Regia di Mark Andrews, Brenda Chapman, Steve Purcell vedi scheda film
L'ultimo "capolavoro" della Pixar, fra umori irlandesi e sapori scozzesi, racconta una fiaba d'altri tempi che a dire il vero s'è rivelata molto diversa da come me l'ero aspettata ed immaginata, anche se il risultato alla fine s'è rivelato buono comunque.
Più che una coraggiosa eroina pronta a sfidare il destino per cambiare le sorti della sua terra, la protagonista Merida, è una giovane principessa emancipata e caparbia che vuole cambiare il proprio di destino arrivando a sfidare addirittura i suoi stessi genitori che inizialmente non sembrano capire e rispettare i suoi sentimenti e desideri riguardo al matrimonio. La storia perciò non s'incentra su avventure straordinarie di conquiste o di guerre e lotte per il potere o per la libertà combattute tra popoli di cultura diversa, ma s'incentra in modo particolare sul rapporto d'odio e amore tra una madre ed una figlia... ribelle. In tutto questo però non v'è banalità, anzi. Gli ingredienti più prelibati per una buona fiaba che si rispetti infatti vengono tutti scelti ed amalgamati con cura: azione, magia, mitologia, misticismo, avventura, incantesimi da spezzare in una lotta contro il tempo, buoni sentimenti e morale. Ai più sensibili forse potrà scappare perfino la lacrimuccia verso l'epilogo, ma commozione o meno, è un film d'animazione davvero ben fatto e ricco di contenuti profondi che merita.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati, la trama è ben sviluppata e coinvolgente - anche se con una dose di avventura inferiore alle aspettative e con qualche colpo di scena abbastanza prevedibile - la grafica è strabiliante, molto viva e realistica, Merida in modo particolare, nonostante una faccia paffuta, perfettamente tonda che ricorda quella di una bambola di porcellana, con i suoi grandi occhi verdi e con la sua folta e selvaggia chioma rossa simboleggiante il coraggio, l'indipendenza e l'indomabilità, sembra più vera che virtuale e si rivela una presenza magnetica ed ipnotica per tutto il tempo. Incisiva ed imponente anche la colonna sonora, che ben dosata con brevi, ma intensi sprazzi, rende il tutto ancora più efficace a livello emozionale.
Era davvero da un bel po' che non vedevo una fiaba così bella ed anche un tantino più originale rispetto alle solite Disneyane che trattano di principi e principesse innamorate.
Gli spunti questa volta dunque non sono romantici, ma sono comunque intriganti e spesso ricchi di metafore ed allegorie interessanti - come quella dei fuochi fatui delle foreste rappresentanti le anime degli antichi principi e guerrieri, o quella degli arazzi strappati rappresentanti l'orgoglio ferito sia nel presente che nel passato, o ancora quella dell'orso divenuto tale per un sortilegio rappresentante il cambiamento prima interiore e poi esteriore ecc. - e le suggestive ambientazioni britanniche confezionano come una cornice perfetta questa deliziosa favola sempre in bilico tra storia e leggenda e tra risate e lacrime. Da vedere assolutamente.
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