Regia di Mark Andrews, Brenda Chapman, Steve Purcell vedi scheda film
Nella Scozia medioevale dei clan, delle superstizioni e dei menhir , in una terra verde e incontaminata appare una figurina dagli occhi azzurri e dalla chioma ribelle di capelli rossi. La principessa Merida figlia di re Fergus e della regina Elinor. Insofferente alle regole della vita di corte la principessa cresce libera e in pieno accordo con la natura fino a che la madre secondo tradizione non decide di darla in sposa ad un figlioccio dei clan del regno. La ragazzina fugge e si imbatte in una strega che ne combinerà di tutti i colori.
Ennesima prova di grazia e poesia della Pixar che regala un piccolo gioiello di narrazione e animazione ormai giunta ad un livello di straordinario realismo coniugato magistralmente con il gusto per le terre fantastiche dell’immaginazione. Sotto l’egida di John Lasseter la grande mente pensante dietro ogni progetto Pixar, dirige un terzetto di autori Mark Andrews, Brenda Chapman, Steve Purcell. La presenza femminile in cabina di regia nella definizione dei caratteri si sente eccome. E’ infatti tutta al femminile questa storia di indipendenza e magia, contrasto adolescenziale tra madre e figlia e voglia di affrancarsi di quest’ultima ove gli uomini intesi come maschi, sono buffi o sciocchi o in ogni caso assoggettai ad una silenziosa maestà matriarcale.
La principessa è Ribelle come ribelle è il folto cespuglio di capelli rossi, ingestibile e reso fluido e quasi autonomo dall’animazione Pixar. Ribelle alla vita tranquilla da custode delle tradizioni del regno la ragazzina armata di arco si imbatte in una antica maledizione (la regina viene trasformata in orso) ma come da tradizione l’avventura le servirà a comprendere di più la propria natura e quella degli altri. Romanzo di formazione, d’azione e avventura, Merida si pone come modello di ragazza indipendente e moderna, autonoma nelle scelte e determinata. Si ride dei goffi principi –non- più- azzurri che anelano alla manina poco aggraziata della principessa armata d’arco e con esso infallibile. Ci si meraviglia della definizione del paesaggio delle highlands e delle ottime canzoni a supporto.
Ma a dispetto del titolo il film è trattenuto in una forma assolutamente rassicurante e convenzionale, ottima confezione ma nulla ha a che vedere questo film con lo spostamento dello sguardo oltre i confini del conosciuto che ha sempre contraddistinto la precedente produzione Pixar. La principessa Merida è un ottimo oggetto da merchandising , un personaggio forte e accattivante. Basta questo per far trascorrere un’ora e mezza spensierata ai bambini, divertiti dalle peripezie dei tre fratellini terribili - rossissimi anche loro – della principessa e condotti nei luoghi oscuri della paura dalla comparsa dell’orso cattivo in preda alla maledizione risvegliata da Merida. I toni della fiaba classica ci sono tutti, mascherati e stemperati nell’ironia che caratterizza le storie Pixar e tutto è bene ciò che finisce ovviamente bene. Non è il caotico barnum de Madagascar 3 e neppure la poesia rarefatta delle fiabe di Myazaki ma va comunque bene così.
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