Regia di Mark Andrews, Brenda Chapman, Steve Purcell vedi scheda film
Sono tante le mie perplessità. Non sul film, che è una meraviglia, ma sull'accoglienza che i critici hanno riservato a quest'ultimo prodotto Pixar. Ne ho lette tante di recensioni, cartacee e non, e sono sconcertato da una univocità di giudizio che mi fa pensare, con lieve malizia, ad una sorta di pigrizia mentale della critica. Insomma, è chiaro ciò che peraltro avevo già ampiamente previsto, cioè che la critica avrebbe espresso un giudizio dominato da una forte componente di delusione. Coloro che mi conoscono sanno quanto io sia fan sfegatato della factory guidata da John Lasseter, e dunque so bene che il mio giudizio è di parte. Ciò detto, credo comunque che valga il mio diritto ad argomentare, nelle vesti di cinefilo appassionato, gli elementi che mi inducono a mettere in discussione le ragioni di chi ha nicchiato nel giudicare il film; e sono stati in parecchi che lo hanno fatto, come a volersi accodare, intruppare, uniformare ad uno schieramento di pigri detrattori. Fermo restando che ogni punto di vista ha diritto di cittadinanza, perfino eventuali stroncature (che per fortuna finora non ci sono state). Io penso innanzitutto che la Pixar da anni ormai sforna solo capolavori, e questo "The brave" non fa eccezione. Tuttavia la mia passione da ultras non può impedirmi di tentare l'oggettività. E allora non posso esimermi dal riconoscere che la "casa" americana ha realizzato di meglio. Ma questo è nella natura delle cose. Ed attiene ad uno sguardo complessivo sulla produzione Pixar: è perfino scontato che se ci mettiamo a stilare classifiche è evidente che (per dire) un film come "Cars" non è collocabile allo stesso livello di un "Up", di un "Wall-E" o di un "Toy Story 3". Su questo non ci piove. Ma, ciò detto, il mio pensiero va oltre. E si rivolge alla profonda innovazione che la Pixar ha determinato nel campo del cinema d'animazione. Essa si è mossa con una perizia tecnica, un'intelligenza creativa e una vocazione artistica, che hanno rivoluzionato il cinema animato. E quando si scatenano rivoluzioni culturali-artistiche di tale portata, occorrerebbe anteporre un senso di rispetto ad ogni cavillosità critica. Qua non si parla più di "pupazzi che fanno ridere i bambini", ma di cinema eccelso, di sublime poesia, di cinema che regala emozioni e suggestioni profonde e importanti. Un cinema che ha portato un settore da sempre giudicato "minore" a vincere il premio massimo, l'Oscar. L'accusa terribile, quella più disonorevole, è di aver realizzato un prodotto stavolta troppo "per famiglie", all'insegna (come è stato scritto) di una Pixar "disneyzzata". E dunque (orrore!) incamminata lungo un irreversibile percorso di commercializzazione. Ragioniamo pure su questo aspetto, senza reticenze. Molti di noi, quando "The brave" è arrivato sui nostri schermi, erano reduci dalla visione di "Madagascar 3". Ebbene, proviamo a porre a confronto due prodotti entrambi nati con intenti innegabilmente commerciali. Pur accomunati da tale obbiettivo, a me pare evidente una clamorosa differenza di fondo. Da una parte abbiamo una Dreamworks che -fatta salva una qualità tecnica elevatissima- non può (non vuole?) andare oltre il solito accumulo di gag in una sfacciata ricerca del consenso popolare. Dall'altra parte rileviamo invece un mix straordinario di quella consolidata tradizione che contraddistingue la Disney unita a quella impagabile vocazione ad una Poesia Alta che caratterizza le ultime produzioni Pixar, in un tripudio di tecnologia e sentimento che non ha uguali nel cinema contemporaneo. Diversificare, inoltre, è una parola d'ordine in casa Pixar, che finora non ha mai fatto un film uguale all'altro (escludendo ovviamente le "parti" di una stessa serie). E proprio diversificando, càpita che le proposte siano a volte più impegnative e ricercate ed altre più popolari. Ma va riconosciuto alla Pixar che anche quando il prodotto è più a vocazione commerciale che intellettuale (come nel nostro caso) è sempre presente una vena poetica profondamente ispirata che rende il risultato finale, ancorchè popolare, di qualità superiore. Proprio per questa formidabile attitudine a fondere tradizione e innovazione, fiaba e tecnologia. Chiedo scusa per l'estenuante "tirata", ma non potevo non reagire di fronte a tutti i "mal di pancia" dei critici nei confronti di un gioiello di film come questo. Sulla pellicola in sè non ho molto da dire se non che, a fronte di una sceneggiatura evidentemente tradizionale e dunque non particolarmente originale, i progressi tecnologici che ciascuno potrà riscontrare sono pazzeschi, a partire dalla ormai notissima chioma dai riccioli rosso fuoco dell' incantevole principessa Merida. Poi non posso non segnalare la solita incredibile cura per i dettagli. Nel film sono presenti immagini memorabili, che si depositano in fondo al cuore e che fanno godere gli occhi. Certi panorami di foreste e paesaggi visti dall'alto, certe vallate nebbiose, sono di una potenza visiva micidiale (siamo nelle Highlands scozzesi). Poi la giovane Merida che si arrampica sulle rocce per bere l'acqua della cascata. Oppure i tre pestiferi gemellini capaci di animare sequenze follemente movimentate. E ancora -direi soprattutto- le geniali caratterizzazioni dei tre pretendenti e dei loro eroici padri, che generano un delirio di comicità irresistibile. Ma l'elenco non è finito, e vanno segnalati i fuochi fatui, una fattucchiera dispettosa, un bizzarro cavallo, una governante stressata, la mamma orsa dagli occhi dolci, il padre burbero ma simpaticissimo...tutti elementi che, commentati da un'efficace colonna sonora, concorrono ad un prodotto di qualità elevatissima e che oltretutto possiede un valore concettuale non disprezzabile. Mi riferisco al tema principale del film, quello del rapporto conflittuale ma sanabile tra genitori e figli, affrontato qui certo in termini elementari e fiabeschi, ma comunque positivo se pensiamo al "messaggio" che ne può arrivare al pubblico più giovane. Una gioia per gli occhi, sentimento che riscalda il cuore, 100 minuti di serenità per tutti.
PS: mea culpa, me ne stavo dimenticando. Il film è preceduto da "La luna", un corto sulla cui semplicissima ma suggestiva bellezza non ci sono parole.
PS 2: ...a proposito di "cura per i dettagli". Soffermate la vostra attenzione sugli ammennicoli presenti nella dimora della strega intagliatrice, c'è di tutto e di più. Compresi un paio d'oggetti che "citano" altri film della Pixar.
Voto: 10
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