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Mystère

Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film

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La recensione su Mystère

di alan smithee
5 stelle

VANZINA & CO.

Nella loro prima incursione nel genere thriller, i fratelli Vanzina ci introducono, nei primi anni '80, nella routine professionale di una squillo francese di lusso che si fa chiamare Mystère (la statuaria ed allora giovanissima Carole Bouquet): donna risoluta e scaltra, gioca con gli uomini traendone profitto, senza tuttavia farsi sottomettere dai tentativi di sfruttamento con cui costoro tentano di soggiogarla.

A causa di un furto di un'amica e collega, che nasconde un accendino d'oro di un cliente nella sua borsetta, la donna diviene oggetto delle ricerche spasmodiche di un efferato killer, alla ricerca di quell'arnese che nasconde importanti microfilm in grado di rivelare notizie scottanti.

La ragazza cerca di tenersi alla lontana dalla minaccia anche quando tra le vittime ci finisce pure la cara amica, pugnalata dal famigerato bastone uncinato dell'assassino.

A difendere la donna, l'abile ed ambizioso ispettore Colt (il "bisteccone" Phil Coccioletti) che, una volta compreso che Mystère non è certo la donna caratterialmente predisposta ad essere circuita e soggiogata anche dal suo fascino di uomo di belle fattezze, ed una volta scoperta l'identità dell'assassino illustre e al di sopra di ogni sospetto, una volta eliminato, preferisce interessarsi dell'oggetto al centro delle morti a catena, sostituendosi allo stesso.

Sarà Mystère a questo punto a doverlo stanare, decidendo a tempo debito se farlo arrestare o scagionarlo, godendosi con lui il malloppo della posta in gioco.

Nulla di memorabile, per un thriller che tuttavia guadagna interesse rispetto all'epoca in cui venne prodotto e girato, in quanto in qualche modo testimone fedele di un'epoca ormai lontana.

Valida la presenza scenica della magnifica protagonista corvina, dalla folta chioma e dal flessuoso fisico filiforme suadente e statuario al tempo stesso.

Ambizioni velatamente internazionali della pellicola si confermano almeno in parte da un cast piuttosto internazionale (a partire dalla protagonista, icona di sofisticatezza ed eleganza) che vede impegnati, tra gli altri, John Steiner, Janet Agren, un giovane Peter Berling, ed i nostri Duilio del Prete e Gabriele Tinti.

In attesa di vederli tornare, con ben più successo, in zona noir con il di poco successivo Sotto il vestito niente, i due Vanzina scaldano i motori con questo piccolo thrillerino modesto e un po' bizzarro, forte tuttavia di curiose divagazioni figlie del loro tempo, e di alcuni colpi di scena un po' rozzi e prematuri, ma forse proprio per questo piuttosto inconsueti e forieri di una certa genuina e non preventivata suspence. 

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