Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
Gialletto vanziniano formato esportazione, con poliziotti italiani che scimmiottano maldestramente i colleghi statunitensi ( e le loro regole) e con un mondo della prostituzione d'alto bordo in Via Veneto a Roma che, visto oggi, profuma d'archeologia urbana. La protagonista femminile, per dirne una, è una prostituta francese dalle prestazioni così fenomenali da pagare il "canone" di un milione di lire al mese al pappone con una prestazione a cadenza mensile, eseguita peraltro limandosi le unghie e leggendo il giornale. Questo basta a testimoniare della (nulla) serietà dell'operazione, mentre non è sufficiente il professionismo per così dire medio della produzione a riscattare un prodotto di valore così scarso. Non che oggi lo spettatore medio italiano sia gratificato da prodotti cinematografici stimolanti, ma all'epoca, quando Roma cercava pateticamente di accreditarsi come seconda metropoli italiana da bere, ci si accontentava davvero di poco.
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