Regia di Stephen Frears vedi scheda film
Omar è un giovane di famiglia pakistana, che vive col papà che accudisce visto che è ormai un’alcolista.
Quando lo zio gli offre un lavoro nel suo garage, Omar entra subito nell’ottica capitalista di fare i soldi, e chiede allo zio la gestione di una sua lavanderia. Grazie all’aiuto di Johnny, che viene dalla classe proletaria londinese e col quale inizia una relazione, riesce ad avviare un business che si renderà appetibile agli altri membri della sua famiglia, causando gelosie e invidie dei vecchi amici punk di Johnny.
Stephen Frears in questa commedia drammatica ci pone di fronte ad una continua rappresentazione di opposti. Le questioni sul tavolo sono le dicotomie, borghesia-proletariato, immigrati-locali, omosessualità-etero, dicotomie tipiche del cinema queer, di cui Frears è esponente, e che rappresentano i conflitti tipici degli anni ’80. L’integrazione sembra impossibile, le identità sono solo temporanee e la corsa sfrenata al successo economico alimenta l’egoismo di tutti i protagonisti.
Ma sarà solo passando attraverso i dolori dei conflitti che sarà possibile per ognuno aprire la strada nuove possibilità di vita, lavando via, è il caso di dirlo, le differenze e le asperità più grandi
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