Regia di Michele Rho vedi scheda film
Western appenninico, piuttosto riuscito, soprattutto tenendo conto che si tratta di un esordio alla regia. Vi è qualche caduta di tono e qualche forzatura nei dialoghi e nelle situazioni, per avvicinare l'opera agli omologhi film americani (la figlia del farmacista che accetta di andare a vivere nella casetta di montagna, il padrone buono che interviene quasi da deus ex machina), ma l'insieme funziona, con un elogio della fratellanza e della libertà (anche nel senso di libero arbitrio, nella scelta tra il bene e il male).
Il regista decide di non ambientare la vicenda in un luogo preciso (si parla genericamente di «città» e di «confine») e quindi propende per una lingua letteraria, correntemente italiana, anche se negli accenti prevale la calata romanesca.
Nonostante ciò, il film è valido anche grazie a un buon gruppo di interpreti, sebbene all'inizio faccia un certo effetto vedere l'ex Freddo (della serie tv Romanzo criminale) Vinicio Marchioni cavalcare per i sentieri appenninici.
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