Regia di Kobun Shizuno vedi scheda film
L’ultimo capitolo della serie di film (per il cinema e per il video) dedicata a Ken il Guerriero racconta – ed era ora! – una storia inedita tanto nella serie Tv quanto nel manga. Si inizia fin da subito con una sorpresa: Julia, salvata da Kenshiro, non è solo malata ma anche incinta. Ed è proprio per questo bambino ancora da venire al mondo che convince Ken a farsi raccontare il suo ricordo più doloroso, l’origine del suo cammino di salvatore. Chiuso il prologo, ritroviamo l’eroe a terra, circondato dai lupi e segnato dalle recenti ferite infertegli da Shin, le sette stelle incise a ditate sul suo petto e non ancora cicatrizzate. In fin di vita, è raccolto da uno schiavista e conosce i compagni di prigionia, tra cui la solita famiglia di vittime con due figli coraggiosi e l’anziano Fugen, che sembra sapere più di qualcosa sulle scuole di Nanto e Hokuto. Ovviamente, perché un film di Kenshiro si rispetti, è necessario un villain dotato di capacità micidiali, ed ecco spuntare il crudele Jugai, in grado di affettare i nemici con pochi e rapidi movimenti delle mani. Come al solito vari personaggi sono pronti a sacrificarsi perché l’eroe, ancora poco sicuro di sé, prenda coscienza del proprio ruolo. Anche quando sembra accettare il fato di successore della divina Scuola di Hokuto, viene più volte giudicato ingenuo: il cammino di un salvatore non è di solo trionfo quanto di dolore, per sé e per chi lo circonda. Così, dopo lo slancio d’inatteso ottimismo iniziale, La leggenda del vero salvatore si chiude su un finale davvero crudele. Purtroppo l’animazione non è molto migliore di quella televisiva degli anni 80 e, se pure la scelta è forse intenzionale (per via della collocazione temporale della vicenda all’interno della saga), dal film conclusivo di questa corposa rivisitazione era lecito pretendere qualcosa in più. Il racconto sarebbe anche accessibile ai neofiti di Kenshiro, ma la qualità del disegno risulta tutt’altro che invitante per chi non vi sia affettivamente legato da ricordi di gioventù. Questi nuovi film di Ken il Guerriero dunque si confermano un’operazione nostalgica e pure un po’ vintage dal punto di vista grafico. Piacerà agli appassionati ma non rinverdirà il mito.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta