Regia di Kobun Shizuno vedi scheda film
Capitolo conclusivo in questa pentalogia, dopo che ho saltato il quarto, La leggenda di Toki, mai uscito da noi al cinema. C’è un gran casino a farlo entrare in qualunque forma di continuity. Dopo la fine di questo film, infatti, Ken conoscerà i due ragazzini (Bart e Lynn): dopo i titoli di coda infatti viene fatta vedere a grandi linee quella che è la prima puntata della serie passata in tv e che ha dato fama mondiale a Kenshiro. Solo che nella serie tv, ad esempio, ci sono Raoul e Julia, e per chi ha visto i 5 film di cui parlo, ciò non ha senso.
Vabbè. In questo film, in pratica, si vuole fare capire perché Ken è così incazzato e si fa carico delle disgrazie del mondo, come un novello Gesù Cristo, da cui il titolo di vero salvatore. Tutto è spiegato in questo quinto film, che è anche il migliore dei 5, direi. La regola che se ne trae è una, e vale per Hokuto come per Nanto (chi si è già perso, lasci stare). Questa regola dice: MAI; MAI fare incazzare Kenshiro, il degno erede della scuola di Hokuto. MAI!
E qua lo fanno incazzare di brutto. Per circa un’ora. Perché lui ha subito varie sfighe, e all’inizio del film, si capisce che sono sfighe colossali. Kenshiro perde la voglia di vivere, viene raccolto esanime da una famiglia ma poi tutti finiscono tra i mercanti di schiavi. Seguono varie vicende, finchè Ken si rompe gli indistruttibili maroni che ha, e raggiunge un grado di forma strepitosa, dato che già solamente il suo passaggio in zona fa saltare in aria le statue, sbriciolandole, per l’incazzatura che gli è venuta. Il finale è spiazzante, ma come dicevo va spiegata l’origine dei cartoni animati televisivi.
Direi che siamo sul 7,5 ; film che si rivolge solo agli appassionati ed è praticamente inguardabile dagli altri.
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