Regia di Stefano Sollima vedi scheda film
L’ormai inconfondibile stile di Stefano Sollima si riscontra non solo nelle fiction che crea ma anche nei film che dirige. Personaggi turbolenti, sporchi nell’anima, insoddisfatti ma combattivi e incazzati verso la vita che gli ha dato troppo poco per togliergli anche solo una misera soddisfazione. Romanzare la vita di un gruppo di celerini, fratelli contro ogni regola, oltre ogni ostacolo, non è compito facile, si rischia di inciampare nell’offesa della burocrazia, tirandosi addosso critiche severe o finire per essere troppo da una parte o dall’altra, creando opposti schieramenti che alimentano polemiche spesso inutili e dannose per un film. Ma Sollima è troppo bravo e riesce ad essere solo narratore senza posizionarsi mai a favore di nessuno, incastra eventi in mezzo ad umane esistenze e sceglie attori metodici, espressivi fino ad essere fin troppo credibili. Ottima l’interpretazione di Pierfrancesco Favino, il principio morale del gruppo di amici prima che colleghi, affiancato da un Marco Giallini più sommesso ma colonna portante a cui affidare insicurezze e dubbi, fin quando non scalfiscono anche lui e tutto si sfalda, si disintegra per poi ricomporsi con lo stesso vigore di prima. Sarà che i celerini sono tutti ‘figli di puttana’, come l’onnipresente motivetto fischiettato dal ‘Cobra’, sarà per questo che sanno cosa vuol dire essere fratelli…prima di tutto e tutti.
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