Regia di Stefano Sollima vedi scheda film
Vicende lavorative e vite private di quattro "celerini" s'intrecciano in un labile confine tra le une e le altre. Un film realistico, crudo, particolarmente "asciutto", in grado di appronfondire caratteri, idee, personalità dei protagonisti in maniera oggettiva; in grado altresì di rappresentare con chiarezza il torbido ambiente nel quale i personaggi si aggirano: delusi da uno Stato ipocrita ed ingrato, ispirati da una concezione di giustizia piuttosto "terra terra" ed idee vagamente fasciste, consapevoli dell'odio degli avversari quotidiani - estremisti politici, tifo violento, manifestanti - non tanto per le persone che sono quanto per cosa rappresentano - e dell'incomprensione dei superiori e altri colleghi, i poliziotti della "celere" riconoscono quale valore supremo l'unità del proprio gruppo, una fratellanza reciproca dalla quale nascono protezione, sicurezza, comprensione, e che li porta ad essere uniti anche al di là dell'orario di lavoro. Questo reciproco aiutarsi, nel progredire del film porterà ad un "corto circuito" a causa del quale gli interessi di un elemento del gruppo saranno contrari alla legge. L'oggettività con la quale sono descritti i personaggi consente allo spettatore la possibilità di effettuare valutazioni sulle loro idee e sulle loro azioni; eventualmente anche di "tenere le parti" di uno o più tra loro. Nessun personaggio è però un eroe o un criminale. Hanno i loro ideali; hanno speranze; provano dolore o altri sentimenti. Al tempo stesso sono violenti, infantili, ipocriti. Modellano ideali di giustizia a loro uso e consumo. L'ambiente in cui sono immersi è difficile e malsano: una Roma degradata e violenta, nella quale echeggiano fatti di cronaca nera avvenuti negli ultimi anni - Le morti di Gabriele Sandri, Raciti, Patrizia Reggiani - nella quale criminalità, ideologie deviate e povertà si fondono. Non solo il corpo dei "celerini" è messo in pericolo dagli scontri quotidiani che questi poliziotti devono affrontate; anche lo spirito. Esemplare l'episodio dello sfratto di un anziano. Concluso l'orario di lavoro e smessa la divisa, la vita dei personaggi non è più facile, anzi. Famiglie devastate, rapporti impossibili con i figli, solitudini. Quadri disarmanti che completano la presentazione dei protagonisti e ci danno una chiave di lettura dell'animo delle persone in divisa, che spesso vediamo distanti da noi. Eppure quei rappresentanti delle Istituzioni sono degli uomini: questi sono particolarmente "induriti", ma, chiediamoci, come ci comporteremmo se ci fossimo noi dentro quelle divise ? Infine, due righe sulla colonna sonora: si compone di una selezione di brani vivaci ma duri, ben legati agli eventi rappresentati, in grado di accentuare il realismo del film, sulla scia delle modalità espressive di "Amore Tossico".
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