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A.C.A.B. - All Cops Are Bastards

Regia di Stefano Sollima vedi scheda film

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La recensione su A.C.A.B. - All Cops Are Bastards

di mm40
6 stelle

Tratto da un romanzo - omonimo - di Carlo Bonini e con una sceneggiatura firmata da Daniele Cesarano, Barbara Petronio e Leonardo Valenti, All cops are bastards è il primo vero lungometraggio per il cinema di Stefano Sollima, figlio del buon mestierante Sergio. Fortunatamente il regista qui abbandona i toni e le dinamiche tipiche del prodotto televisivo al quale era fino a questo momento abituato (Romanzo criminale, La squadra sono i titoli più celebri di serie tv da lui dirette) e confeziona un lavoro crudamente realista, senza eccessive sbavature, che non trascende nel puro e semplice 'genere'. Nel senso: le vite dei tre protagonisti sono piuttosto complicate, ma gli spigoli che li tormentano quotidianamente non sono nè smussati eccessivamente, nè tratteggiati in maniera epica, enfatica; c'è in sottofondo l'Italia dei primi anni 2000 perfettamente riconoscibile, richiamata prepotentemente anche dai fatti di cronaca (nera, più che altro) che irrompono qua e là nella storia, dal massacro del G8 genovese all'assassinio di Gabriele Sandri. Non è un film esclusivamente d'azione (quello sarebbe stato un lavoro 'di genere'), ma neppure prettamente indirizzato alla denuncia e in questo ricorda il coevo - ma meno 'psicologico', meno improntato sui personaggi e più sui fatti, come il vero cinema civile di tradizione italiana - Diaz, Non pulire questo sangue; ACAB ha di buono inoltre l'atteggiamento comprensivo nei confronti dei suoi discutibilissimi protagonisti, biasimati ma non colpevolizzati senza attenuanti. Validissimo il tris centrale di interpreti, che è il valore aggiunto della pellicola: Pierfrancesco Favino, Marco Giallini e Filippo Nigro; delle sei nomination ai David (quattro tecniche, più Sollima e Giallini) nessuna si concretizzerà in un premio. Peccato. 6,5/10.

Sulla trama

Le vite di Mazinga, Negro e Cobra, tre celerini dal manganello facile, sono molto simili: sul lavoro si lasciano andare e sfogano la violenza e la frustrazione accumulate nel privato. Finchè qualcosa per loro cambia.

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