Regia di Stefano Sollima vedi scheda film
Il reparto Celere,fondato da Mario Scelba negli anni Cinquanta,è il braccio più armato della Polizia,viene tenuto pronto all'azione in stadi e piazze in cui si svolgono manifestazioni,e l'assetto di guerra,con scudo,manganello e casco è un discorso a parte,poco amato sia dagli altri poliziotti che in genere,per i metodi violenti:per il suo esordio in cinema,Stefano Sollima,dopo i molti consensi raccolti per l'adattamento televisivo di "Romanzo criminale",ha scelto un altra versione filmica di un libro,questa volta di Carlo Bonini:per contrastare la violenza con altra violenza,la regia si cala,senza commentare,ma soprattutto mostrando,nella vita privata e professionale di quattro personaggi,i veterani Cobra (Favino),Mazinga(Giallini) e Negro (Nigro),ed il nuovo Adriano (Diele).Vite solitarie,disastrate,che vengono dalla miseria,perchè scegliere una professione del genere non è per tutti,ed il ricorso a botte e insulti diviene modo di essere,è un regolamento di conti permanente,e tra colleghi ci si chiama "fratelli" e diviene quasi un legame di sangue.Sollima mostra di saperci fare,il suo esordio non perde mai tensione,si chiude su una nuova azione,considerando la vita dei "celerotti" una guerra infinita contro quelli cui vengono inviati,contro la proprio esistenza,senza pace,senza altro modo di pensare:film di polizia,ma non poliziesco,racconta piccole storie quotidiane e drammi personali,alludendo alla tragedia della Diaz,in cui il reparto agì in maniera ignominiosa,e naturalmente pagò solo la manovalanza,lasciando indenni i quadri dirigenziali ed i politici che ce li avevano mandati.Un film non semplice da valutare sia politicamente che civicamente,ma coraggioso e denso,rabbioso e mai pacificato:molto bravi gli attori,che condividono lo schermo con un affiatamento pari a quello che circola tra i loro personaggi.Se è cinema di genere,o d'autore,sarà il tempo a dirlo,ed a chiarire quella che sarà la carriera di Stefano Sollima.
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