Regia di Stefano Sollima vedi scheda film
Sgomberi, sfratti, tifosi, ladri, spacciatori, tossici. È il quotidiano con cui si misurano i poliziotti di una sezione della Celere romana, calcando alcuni episodi topici della recente storia d'Italia: il G8 di Genova, l'assassinio del commissario Raciti a Catania, la morte di Giovanna Reggiani, stuprata vicino a un campo rom di Tor di Quinto, l'omicidio del tifoso Gabriele Sandri e la conseguente battaglia dell'Olimpico. Pur addizionando gli straordinari, questi celerini non arrivano a 2000 euro al mese e sono pieni di problemi: chi col figlio (Giallini), chi con la casa della madre messa sotto sfratto (Diele), chi con la separazione (Nigro). Il braccio violento della legge interviene a propria discrezione, sotto lo sguardo smarrito di Spina (Diele), la recluta idealista che da quel mestiere si aspettava altro. E invece l'operato dei suoi colleghi va spesso sopra le regole e nasce dallo stesso humus culturale dal quale germogliano i suoi antagonisti: hooligans e fanatici dell'estrema destra.
Dopo il clamoroso successo della serie televisiva di Romanzo criminale, Stefano Sollima fa il suo esordio sul grande schermo con un film tratto dal romanzo di Carlo Bonini e ad altissimo impatto spettacolare, degno dei migliori prodotti hollywoodiani, con un ritmo che non conosce momenti di calo. Pur nel suo iperrealismo, questo atipico romanzo di formazione rimane su una posizione sociologica equilibrata: i protagonisti non sono certo degli eroi e le sole giustificazioni che hanno stanno tutte dentro il loro privato. Si discuterà se l'impronta sia più di destra o di sinistra, ma i richiami ad Alemanno e Forza Nuova non lasceranno dubbi. Peccato per qualche didascalismo di troppo.
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