Regia di Laura Morante vedi scheda film
Critica e pubblico (soprattutto d’Oltralpe) hanno giudicato secondo me troppo severamente il primo film diretto da Laura Morante. E’ vero, difetti e punti deboli non mancano, ma va riconosciuto alla regista/sceneggiatrice di aver assimilato correttamente i canoni e lo stile della commedia alla francese degli ultimi decenni, un genere al quale l’attrice italiana aveva partecipato a più riprese e un filone dal quale sono uscite non poche pepite d’oro. Il suo film pecca per mancanza di originalità (la trama sa un po’ di minestra riscaldata), nonché per qualche momento raccontato con toni da romanzetto rosa, ma si riscatta grazie all’introspezione con cui sono trattati alcuni personaggi e alla scelta indovinata degli attori chiamati ad interpretarlo. Protagonista assoluta è Amanda, bella cinquantenne assai goffa nel suo approccio all’altro sesso, che riesce a stabilire un rapporto di profonda amicizia con Antoine (Pascal Elbé), convinta a causa di un equivoco che sia gay. Laura Morante si mette in scena sfruttando la sua innegabile capacità di dar vita a figure femminili ingenue e trasparenti, egocentriche e talvolta superficiali, ma sensibili ed emotivamente coerenti. Al suo fianco recitano ottimi attori francesi, dalla sempre più convincente Isabelle Carré a Pascal Elbé, il presunto omosessuale a sua insaputa, che se la cava egregiamente. La lettura dell’androfobia di Amanda è ortodossamente freudiana e questo non guasta. I due psicoanalisti coinvolti nella vicenda (quello di Antoine e il marito di Isabelle Carré) regalano perle di saggezza e sottile umorismo. Sono le caratterizzazioni più riuscite di un film non molto originale, ma che strappa qualche sorriso e si lascia guardare fino alla fine.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta