Regia di Maurizio Casagrande vedi scheda film
Che la commedia italiana sia ormai finita in un vortice di argomentazioni e temi che si ripetono incessantemente, è un fatto noto da diverso tempo. Lo spettatore medio non sembra condizionato da questa discesa inesorabile e continua ad andare al cinema per concedersi due ore di spensieratezza.
Lo spettatore più esigente, finisce per incappare in certe pellicole solo quando ha a cena amici non propensi ai drammi a cui lui è abituato e consiglia la visione di una commedia di qualche anno fa che una nota piattaforma digitale mette a disposizione.
Ora, non considerando quanto detto sopra, proveremo ad analizzare il film di e con Maurizio Casagrande (anche questa moda di dirigersi e dirigere, non siete mica Woody Allen!). La banalità che esprime questa pellicola è qualcosa di impensabile. Una storia d’amore in cui lui è frustato dagli atteggiamenti di lei e decide di chiuderne la relazione ma lei non è d’accordo e inizia a perseguitarlo. Quando lui incontrerà la donna della vita (il cui titolo svela leggermente il senso di quello che c’è dietro), si troverà davanti ad una scelta definitiva.
La messa in scena è lineare e scontata. La fotografia è poco curata e la stessa sceneggiatura presenta delle evidenti pecche, con dialoghi che faticano a trovare un senso reale o quantomeno compiuto e falle nel racconto che ad un certo punto diventa davvero senza senso.
Il finale, rivelatore e il giusto modo (almeno in questo caso) di raccontarlo, lasciano spazio anche ad una sorta di commozione derivante dalla riflessione sulla vita labile che ci presenta. Apprezzo molto Casagrande come attore ma le sue pecche registiche sono ahimè davvero notevoli. Gentile il cameo di Neri Marcorè, prestatosi ad un ruolo piccolo ma recitato delicatamente, comunque troppo intenso per il film in cui è collocato.
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