Regia di Jan Svankmajer vedi scheda film
Due bistecche hanno un breve approccio amoroso prima di finire in padella. Anzi, brevissimo, visto che la loro storia sentimentale dura appena un minuto, dal momento in cui vengono tagliate dal pezzo di carne al momento in cui atterrano sull’olio sfrigolante. Jan Svankmajer non smette di giocare con gli oggetti umanizzati, esattamente come ha sempre dato, dell’uomo, una versione reificata, ridotta alla sua essenza istintuale e meccanica, rappresentate, rispettivamente, dalle sue viscere e dagli accessori delle sue faccende quotidiane. Tessuto organico e suppellettili sono le tracce visibili della nostra presenza nel mondo, che talvolta, come in questo caso, si ribellano, almeno temporaneamente, al nostro predominio e si rendono autonomi. Meat Love è un ameno e grottesco siparietto di animazione che, però, nella sua scanzonata semplicità, ha probabilmente un provocatorio messaggio da consegnarci. Ci vogliono due cotolette danzanti a ricordarci che il romanticismo è possibile anche senza la nostra intermediazione: e forse, ad inventarlo non siamo stati noi, o meglio non la nostra mente, bensì la materia, deperibile e mangereccia, di cui è fatto il nostro corpo.
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