Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Ancora una storia di coppia per il quarto film di Ingmar Bergman: Bengt (Birger Malmsten) è rimasto cieco durante un'esercitazione di tiro a militare e Ingrid (Mai Zetterling), di umili origini,dopo la morte del padre viene assunta a fare la serva nella casa di lui; i due si conoscono e nasce l'affetto ma poi sorgono anche i contrasti, dovuti in parte alla condizione di Bengt, che mal accetta il suo grosso handicap, ed in parte alle differenze di appartenenza sociale.
'Musica nel buio' è, tra le prime regie dell'autore di Uppsala, quella meno convincente: come tanti suoi film d'inizio carriera, protagonista è una coppia di disagiati, lui per motivi di salute, lei per la sua provenenienza dal basso della scala sociale, che fatica a trovare un posto in una società dove i reietti vengono abbandonati al loro destino e devono affidarsi unicamente alle proprie forze.
Purtroppo, la storia non decolla mai veramente, rimanendo imbrigliata in un sentimentalismo piuttosto al di fuori delle corde del regista ma si salva per il consueto lavoro di direzione degli attori, con l'ormai abituale Birger Malmsten, che si cala perfettamente negli scomodi panni di Bengt, che prospettava tutt'altro avvenire per sé, e la sorpresa (per me che la conoscevo solo di nome) Mai Zetterling - brava e molto bella, ma purtroppo nell'unica collaborazione con il futuro maestro - addirittura migliore del collega, nel ruolo della ragazza che tenta anch'essa di uscire del 'buio' da cui proviene e va ricordata soprattutto per la straordinaria sequenza nell'incipit, subito dopo l'incidente fatale per la vista di Bengt: un vero incubo ad occhi aperti, in cui viene resa palpabile l'idea di discesa in un tunnel senza via di scampo per l'uomo, che, quasi come in uno dei film sugli zombi di Romero, viene letteralmente preso per le braccia da mani ricoperte di fango e trascinato sempre più giù!
Voto: 6 (v.o.s.).
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