Regia di Pietro Durante vedi scheda film
Non è facile trovare un titolo, che magari è a portata di mano come in questo caso, per il film documentario su Libero Grassi: Libero nel Nome, lo trovo bellissimo, oltre che naturalmente calzante in via naturale, come naturali e senza infrastrutture sono le testimonianze dei familiari, cosa rara purtroppo, perché non tutti i familiari delle vittime riescono, davanti ad una ripresa, a dare sé stessi in maniera serena e sincera, non per colpe o altro, ma questione di caratterialità. Ne viene un ritratto che fortunatamente è al di fuori dall’ufficialità, anche se è stato fatto e proiettato proprio nell’anniversario ventennale di morte: 29 agosto 1991, e questa è una qualità ulteriore, oltre che una sottolineatura dovuta ad una figura così importante nel riquadro di una piaga sociale come il pizzo verso la mafia. La politica, per quello che se ne può dire, ha una responsabilità enorme sul fenomeno, ed è ancora un fattore aggiuntivo di quanto lo Stato sia assente da certe problematiche scottanti e che rivelano la sfiducia che nella popolazione c’è in via naturale, insomma, che permette di chiedere una protezione ad un parastato criminale. Libero Grassi nella trasmissione di Santoro lo fece presente, il fatto dell’allarme sociale e delle responsabilità che possa avere lo Stato o tutte le istituzioni che non affrontavano, e non affrontano, il problema, dato che la stessa Associazione degli Industriali a Palermo ha preso posizione di obbligatorietà verso gli associati di denuncia solo dal 2007, cambiando presidente. Si commenta da solo il fatto che Palermo e la parte occidentale della Sicilia sia stata lontana dall’associativismo antimafia, e che solo la parte orientale si è adoperata ed ha iniziato la fase proposta da Libero. Oggi qualcosa si è mosso, grazie ai giovani che si sono messi a disposizione di persona e che aprono nuove gestioni, o che almeno aiutano nel far presente un’idea di legalità concreta sul territorio. Riportando il discorso sui familiari colpisce la diversità caratteriale dei tre familiari, che testimoniano in maniera diversa la memoria verso il padre ed il marito, anche in maniera intima, ma vera e palpabile e che il regista ha saputo sfruttare con discrezione e puntualità abbastanza rara, riuscendo ha comporre un quadro giusto e mai, assolutamente, retorico ed in questi casi è raro non attaccarsi all’occhio bagnato, magari per pagare l’incompetenza di fare un’operazione come questa.
una stroia di un uomo che creato una situazione di civiltà
una regia davvero eccellente e non facile
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