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Men in Black 3

Regia di Barry Sonnenfeld vedi scheda film

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La recensione su Men in Black 3

di supadany
6 stelle

Dopo dieci anni esatti tornano gli uomini in nero e vista come si era interrotta bruscamente la saga (“Men in black 2” è un autentico disastro) qualcosa è stato imparato; le attrazioni principali rimangono le stesse, ma almeno si è cercato di imbastire una trama più ricca, per quanto poi non tutti i conti siano stati fatti scrupolosamente.

Boris, un alieno da tempo imprigionato sulla luna, riesce a fuggire e tornando indietro nel tempo elimina la versione giovane dell’agente K. (Josh Brolin) cambiando tutti gli eventi a seguire in suo favore.

L’agente J. (Will Smith) è costretto a seguire la stessa strada per fermarlo, salvare la terra e riavere così il suo compagno d’azione (Tommy Lee Jones) vivo e vegeto.

 

 

E’ piacevole ritrovare Will Smith e Tommy Lee Jones insieme, seppur solo per una parte del film, dato che i due, con tutte le differenze caratteriali dei loro personaggi (che poi ricalcano un po’ anche la loro stessa immagine), se la cantano e se la suonano che è un piacere.

Poi, questa volta, si cerca di creare uno sfondo più ampio e non solo per le creature aliene che vengono profuse a getto continuo (con relativi e notevoli effetti speciali), ma soprattutto grazie al viaggio indietro nel tempo.

Ecco, sul salto nel tempo si è fatta un po’ di confusione, alcune spiegazioni non tornano, o vengono proprio saltate a piè pari (ad esempio J. è l’unico a ricordarsi di K.), sintomo di un’insicurezza poco costruttiva.

D’altro canto, Josh Brolin ricorda alla perfezione K. da giovane e l’anno 1969 offre diversi spunti complementari a cui affidarsi per riempire un po’ la narrazione.

Funziona soprattutto la componente razziale, vedere un uomo nero così desta lo sbigottimento di tutti, la scena con Andy Warhol è libidinosa per come la sua figura è inquadrata anche se pare poco più di un semplice ornamento, mentre in generale si ha la sensazione che si potesse lavorare un po’ meglio sul periodo ed il primo incontro tra J. e K. lascia più di un dubbio (poco convincenti le spiegazioni per far si che J. possa essere creduto).

Tutto questo origina un quadro imperfetto, ma comunque non privo di fascino, lungo il finale c’è spazio anche per un po’ di commozione, con un’apertura generale su tutto il rapporto tra i due agenti (per me azzeccato ed importante), all’insegna quindi di un film molto variegato, che prova ad arricchirsi di spunti d’interesse che però non sempre valorizza al meglio con peraltro qualche stento di troppo nella verosimiglianza della trama.

Ricco (in tutti i sensi, sia positivi che negativi).

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