Regia di Barry Sonnenfeld vedi scheda film
Gli anni 60 sono di moda nelle ultime produzione targate USA che sistematicamente ritornano a quel periodo con citazioni ed omaggi che fanno di quegli anni il punto di non ritorno delle disgrazie contemporanee. A questa tendenza non si sottrae neanche l’ultimo capitolo di “Men in Black”, la saga degli agenti J e K giunta sullo schermo per continuare a divertirci con le avventure della strana coppia di agenti alle prese con delinquenti extraterrestri e per rivelarci qualcosa di più sul legame che unisce i due strampalati protagonisti. Così con il pretesto di un viaggio nel tempo organizzato in fretta e furia da J per riportare in vita il socio – senza le opportune modifiche il collega morirebbe nel 1969, ucciso da Boris la bestia, cattivo schifiltoso e fautore di un invasione extraterrestre – il film si lascia indietro gli scenari contemporanei per approdare alle atmosfere calde e nostalgiche di una New York colta alla vigilia del lancio della navicella spaziale destinata a sbarcare sulla luna. In uno scenario adibito a festa per l’epocale evento, tra combattimenti e salvataggi all’ultimo minuto in cui ancora una volta il film metterà in mostra invenzioni intrise di una modernità molto vintage il terzo capitolo di “Men in Black” riesce a costruire la sua parte migliore, accostando all’ironia ed al gusto dissacratorio che da sempre costituisce il marchio della casa anche momenti che lasciano spazio ad una costruzione dei personaggi dalle tonalità dolce amara. Tra conferme e nuove entrate si segnala quella di Emma Thompson nel ruolo dell’agente O il nuovo capo dell’agenzia con cui K nel passato potrebbe aver avuto una relazione e di Josh Brolin (“Non è un paese per vecchi”,2007) la versione giovanile del personaggio interpretato da Tommy Lee Jones che l’attore riesce a rendere credibile nei suoi tratti distintivi. Uno spettacolo che forse scontenterà i giovanissimi per la diminuzione dell’elemento spettacolare e stravagante rappresentato dagli effetti speciali collegati dalla presenza dei multiformi visitatori ma capace di rinfrescare con un serie di spunti come la scoperta di un passato comune che unisce la coppia il pedigree un pò usurato dei due protagonisti.
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