Regia di Juan Diego Solanas vedi scheda film
In un universo parallelo, due pianeti sono a brevissima distanza e speculari l'uno all'altro, fisicamente ma non politicamente. Uno dei due, detto quello "di sopra" è fermo più o meno ai nostri anni '90 e deve molto del suo benessere allo sfruttamento delle risorse dell'altro, quello "di sotto", apparentemente arretrato di una ventina d'anni e popolato da persone non proprio benestanti. L'unico contatto autorizzato tra i due mondi è possibile nella struttura "Transworld", un gigantesco e sorvegliatissimo complesso di uffici e laboratori che dà lavoro a quelli "di sotto", e idee, risorse, manodopera a basso costo a quelli "di sopra". Ogni oggetto ed essere vivente di un mondo, risponde alle leggi della gravità di quest'ultimo. Sfidando le regole naturali ed umane, Eden, una donna "di sopra", ed Adam, un uomo "di sotto" si frequentano e s'innamorano, ma sono scoperti e costretti ad una precipitosa divisione, in seguito alla quale Adam crede morta la ragazza. Dopo dieci anni, Adam, che nel frattempo si arrangia tirando avanti con un'attività di ricerca nel mondo "di sotto", vede casualmente Eden apparire in televisione, e, appreso che è impiegata in Transworld, si fa assumere presso la grande struttura. Ma le difficoltà per il giovane sono notevoli. Eden, infatti, ha perso la memoria, e non ricorda chi egli sia. Un discreto film, che unisce una storia sentimentale ad un'ambientazione fantastica. Inizierei a parlare di quest'ultima, in quanto l'universo nel quale è ambientato il racconto ha leggi fisiche tutte sue, le quali non hanno alcun legame con le nostre, e, se non fossero enunziate con chiarezza nelle prime sequenze del film, sarebbero di difficile comprensione. Ciò, in aggiunta all'atmosfera fiabesca di tali sequenze, crea un'atmosfera tipicamente fantasy, che contrasta con quella del resto del film, il quale propone ambientazioni più vicine a quelle dei nostri tempi. La ricostruzione dei rapporti che lega le società dei due mondi è propria del genere fantascientifico. Due popoli, uno in sudditanza verso l'altro, e per questo animato da risentimento e rassegnazione. Un destino che proprio il fortissimo amore tra Adam ed Eden cambia. Il frutto di ciò che ha origine da elementi dei due mondi è infatti adatto ad esistere ovunque. La sceneggiatura ha qualche buco. Sorvolando sul fatto che i mondi evidentemente non ruotano mai sul loro asse - altrimenti non potrebbero essere legati e volgersi sempre lo stesso lato, Adam riesce nel suo intento grazie ad una lunga serie di casualità che lo aiutanto. I due attori protagonisti fanno discretamente il loro lavoro; Kirsten Dunst è una Eden dolce e passionale, un po' svampita a causa dell'evento che le ha fatto perdere la memoria. John Sturgess è Adam, un tipo belloccio e determinato, pronto a correre ogni sorta di rischio per ricongiungersi con l'amata. Un lieto fine un po' forzato segna il trionfo - nel lungo termine - dei buoni sentimenti. Una discreta opera, se non eccellente, almeno piacevole e di certo originale.
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