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Upside Down

Regia di Juan Diego Solanas vedi scheda film

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La recensione su Upside Down

di supadany
4 stelle

Di rado capita di vedere un immaginario del genere, tanto più all’interno di una produzione che non comprende Hollywood (ed i suoi mezzi), ed anche i temi posti sul piatto sono molteplici e intriganti, purtroppo l’opera di Juan Diego Solanas lascia la sensazione di mancare di compatezza e di analisi in quasi tutto ciò che affronta.

Adam (Jim Sturgess) e Eden (Kirsten Dust) si sono conosciuti da piccoli, nonostante i limiti imposti da un mondo diviso tra un “sopra” ed un “sotto” non solo per convezioni sociali, ma anche per due forze di gravità opposte impossibili da valicare se non per un breve arco temporale.

Una volta cresciuti vengono scoperti ed allontanati, fin quando un giorno Adam vede per caso in televisione Eden, la quale però ha perso la memoria.

L’obiettivo del ragazzo sarà quello di ritrovarla andando contro le rigide regole sociali.

 

 

Un amore capace di generare un’attrazione tale da fronteggiare le leggi sociali e fisiche sviluppato all’interno di un universo fuori da ogni canone già anche solo adocchiato, con i tanti vincoli propri di una società distopica.

Materiale tanto forte quanto ampio per sua stessa genesi, teoricamente in grado di accalappiare svariati gusti, almeno sulla carta visto che poi lascia parecchi dubbi.

Lo sfondo ha un innato fascino sviluppato in buona parte digitalmente, grazie a parecchi “green screen”, ma senza dimenticarsi i cari vecchi metodi “analogici”, con parecchi set costruiti artigianalmente, anche se poi vedere due mondi capovolti in tante scene regala da un lato alcuni inserti, quelli in movimento, ricchi di inventiva, ma dall’altro in quelli statici rischia anche di generare (un inutile) mal di testa, data la visione simultanea sottosopra.

Al contempo le disparità, ed addirittura la risoluzione, tra queste due realtà vengono presentate senza particolari approfondimenti, e, come se non bastasse, la rigidità delle divisioni, che a parole sembrerebbe invalicabile, in realtà ha delle falle che vanno oltre qualsiasi credibilità oggettiva (il “nostro” va da una parte all’altra con troppa facilità lasciando sempre traccia di se, quando i controlli dovrebbero essere serrati, tanto più dopo il primo allarme).

Ci si affida così soprattutto al legame tra Adam e Eden, più forte di ogni respingimento, purtroppo anche su questo aspetto non convince appieno, manca infatti un vero e proprio climax emotivo, arrivando ad un finale lontano dalla sorpresa, ma soprattutto con tempi e modalità propri di un cinema troppo facile che si propone un obiettivo più di un percorso.

E non scatta nemmeno la scintilla romantica tra Kirsten Dust e Jim Sturgess, sballottati tra ricordi da recuperare e da caratteri di personaggi tutt’altro che indimenticabili.

Poi certo non mancano idee affascinanti (come la crema risollevante originata dalle api o alcune soluzioni visive come la stanza da ballo), ma in generale lo sviluppo pare arrendevole, per un’opera che non è in grado di trasformare un ottimo potenziale in fatti concreti anche quando si viaggia su sentieri più ordinari (vedi appunto la classica storia d’amore ostacolata da tutto e tutti).

Tremendamente irrisolto.

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