Regia di Andrea Maria Federici vedi scheda film
Un geometra in crisi lavorativa e sentimentale reincontra un amico egiziano che ha aperto una cioccolateria e soffre a sua volta la crisi. La maniera migliore per risolvere l'impasse è far accoppiare il baldo geometra con la figliola ventenne dell'egiziano, peraltro gelosissimo e possessivo in maniera morbosa.
Dopo il successo di pubblico del davvero mediocre Lezioni di cioccolato (2007), cambiando regista (là era Claudio Cupellini, qui Alessio Maria Federici), tornano le brillanti avventure dell'aitante geometra Cavedoni e del suo amico egiziano Kamal, di nuovo frutto della fantasia dello sceneggiatore Fabio Bonifacci. Fantasia scarsa in effetti, ma il target di pubblico per un'operina simile richiede la massima linearità, semplicità nei dialoghi e nei rapporti fra i personaggi e, ovviamente, un lieto fine rassicurante in barba a qualsiasi pretesa di senso logico. La componente comica è qui più sensibile rispetto al primo capitolo, vuoi anche per l'inserimento nel cast di Vincenzo Salemme (nello stesso ruolo che era stato di Neri Marcorè) e di Angela Finocchiaro; confermato Vito in un ruolo marginale, fra gli altri ingressi si possono segnalare quelli di Nabiha Akkari e di Giorgia Surina. Calcando la mano sull'elemento ridanciano e volendo mantenere standard intellettuali bassi, ne risente in modo particolare la caratterizzazione di Kamal, egiziano faticatore dal cuore d'oro (e un po' scemotto) nel primo Lezioni di cioccolato, violento (almeno a livello verbale) e possessivo padre-padrone di famiglia (ma un po' scemotto) qui; la farsa è tanto palese e inconsistente, comunque, da non permettere alcun tipo di dubbio su eventuali critiche razziste o su base religiosa. Come già era stato per Cupellini, anche per Federici è questa la prima prova in lungometraggio. E per entrambi, meglio dimenticare. 1/10.
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