Regia di Andrea Maria Federici vedi scheda film
Formula che vince non si cambia, ma la squadra non è altrettanto intoccabile: fuori Violante Placido, Marcoré e Pannofino per far posto alla tunisina Nabiha Akkari, baciata dal trionfo di Che bella giornata, a Salemme e alla Finocchiaro. Si passa anche il testimone della regia: da Claudio Cupellini all’esordiente Alessio Maria Federici. Rimangono in pratica solo Luca Argentero, Hassani Shapi e Vito, che rimettono i panni dell’architetto Mattia e dell’egiziano Kamal e del cugino Osvaldo. Confermato inoltre il tema del confronto tra culture, con il donnaiolo irresponsabile e il cocciuto immigrato tradizionalista. Li farà maturare la bella Nawal, figlia devota di Kamal e innamorata di Mattia, costretta a nascondere all’uno la propria identità e all’altro i suoi sentimenti. La commedia degli equivoci rasenta così il nodo gordiano, complicata dai problemi economici e legali dei due protagonisti, che si intrecciano alla storia d’amore tra un timido maître chocolatier (Salemme) e un rigido commissario di polizia (Finocchiaro). C’è qualche lungaggine e il lieto fine è edificante e scontato, ma i protagonisti non si limitano alla macchietta e quasi sfiorano il dramma. Purtroppo però è inaccettabile il product placement della nuova versione di celebri cioccolatini, raccontati come inimitabili e impreziositi dai nuovi cartigli, tanto insistito da sovrastare il film e lasciare un indelebile retrogusto di spot.
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