Regia di Claudio Risi vedi scheda film
Spunta Rocco Siffredi nella compagnia di giro del cinepanettone anticipato, e proprio come succede nell’hard, anche qui la storia è poco più che un pretesto. Boldi fa l’imbonitore di Tele Lecco (risate), spot del Dura Minga, con buona pace della China Martini di Volpi e Calindri. Fa il furbetto del parrucchino e parte per Parigi per non pagare le tasse, ma sul treno confida per sbaglio le sue gesta all’integerrimo finanziere napoletano Biagio Izzo. Finiscono con le famiglie in una suite, incontrano il tassinaro Enzo Salvi («Mamma mia come sto»), mentre i loro figli flirtano fuori dal tempo, come ai tempi di Renato Salvatori e Marisa Allasio. Anche l’ispirazione è d’epoca, dalle parti del Totò di I tartassati, di cui evidentemente Boldi è grande fan, però l’intrattenimento è più da caserma che per famiglie. «Giocata sui dialoghi e le situazioni, e non sulle gag fisiche» ha spiegato Claudio Risi, figlio di. In realtà quasi tutto è affidato agli svarioni tipo supercazzola di Anna Maria Barbera («La tigre della magnesia», «Ho detto guarda la culotte, no lo culett»), moglie di Izzo che finisce persino al Burlesque. E c’è anche il classico boldiano della scena in toilette, ma in versione soft. Ceccherini, stavolta biondissimo, s’innamora della moglie di Boldi, Paola Minaccioni: finisce a trapanare (sì, proprio così) un manichino che le somiglia. Rocco, stilista con l’erre moscia, ma solo quella, glielo appoggia: «Ti piace la Tour Eiffel?».
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