Regia di Neri Parenti vedi scheda film
La Ferilli entra in scena insieme a un San Bernardo: in automatico viene il legittimo paragone e ci si rende conto di quale dei due sia in grado di recitare meglio. La risposta la sapete già tutti, inutile soffermarsi sulla questione; c'è però da constatare che tutto il film sarà così: si rimpiangeranno per centodieci (!) minuti le assenze di attori, di battute originali, di dialoghi credibili, di situazioni comiche perlomeno passabili e soprattutto di una storia dotata di un briciolo di verosimiglianza. Se il cinema italiano fosse una fogna, Neri Parenti, De Sica e i Vanzina (autori della sceneggiatura) ci sguazzerebbero felicemente: e infatti così le cose vanno da ormai tre decadi, da quel primo Vacanze di Natale datato 1983; la più orribile e terribile delle annotazioni a margine che, doverosamente, uno spettatore - capace del minimo necessario di spirito critico e fiero possessore di una pur minuscola morale - è costretto a fare, riguarda proprio la scrittura del film. Perchè è incredibile, davvero inconcepibile come i Vanzina possano avere ancora nel 2011 delle idee tanto arretrate, palesemente false, crasse, presuntuose, fasciste e quindi, in un aggettivo solo: berlusconiane dell'Italia; mentre i tre quarti della nazione soffrono, tirano la cinghia, non arrivano a fine mese, vanno in depressione o in galera, perfino muoiono, in questo spettrale scenario di nazione che si affaccia di prepotenza sul terzo mondo, ecco che i fratellacci - figli immeritevoli di Steno, uno che la commedia di costume la sapeva invece fare - ritraggono un'Italietta da burla alle prese con costosi ristoranti (come la racconta B.), viaggi di lusso (come la racconta B.), scappatelle extraconiugali (come la vive B.), spasmodica venerazione dei divi tv (come l'ha imposta B.). Fra l'altro, tanto per accaparrarsi un po' di spettatori 'qualunquisti', ecco che vengono ritagliati nella pellicola dei ruolini per Simona Ventura, Alfonso Signorini, Renato Balestra, Emanuele Filiberto (un ex esiliato di cui si sentiva la mancanza: e si stava così bene, sentendola) e perfino per Cesare Prandelli (ct della nazionale) ed Edinson Cavani (cinquantamila biglietti venduti già garantiti a Napoli), nonchè tanti altri personaggi e personaggetti di quest'Italia becera, squallida e alla deriva; singolare il contrasto: ma se davvero stiamo tutti così bene, perchè i nostri miti dovrebbero essere queste tristissime figure? Sciagurato il cast: oltre alla Ferilli, che arranca verso il mezzo secolo di vita senza aver ancora imparato a recitare una battuta di un monosillabo, oltre all'immancabile gigione De Sica (un altro il cui padre, a sapere prima come sarebbe andata a finire, non avrebbe esitato a castrarsi da solo, in bagno, con delle tenaglie), ecco uno sfilata di volti tratti a forza dalla fonte comica più rilevante a livello nazionale di questi anni: la trasmissione tv Zelig; e infine, va ricordato con il dovuto sdegno, c'è anche un vero attore (e che attore) come Ivano Marescotti, sempre più disponibile a prendere parte a queste pagliacciate: crisi anche per lui o soltanto voglia di raccattare un gruzzoletto in vista di un rassegnato pre-pensionamento? Per riassumere, Vacanze di Natale a Cortina in due parole: che schifo. 1/10.
Natale e capodanno a Cortina; tre episodi: un avvocato e sua moglie si riappacificano dopo una lite per gelosia; un imprenditore tratta con un riccone russo con moglie modella; due coppie risparmiano per un anno per poter vivere le vacanze a fianco dei vips.
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