Regia di Neri Parenti vedi scheda film
Dopo la sbornia degli scorsi anni De Laurentiis per il consueto appuntamento natalizio del cinepanettone ha abbassato il profilo e affidato il copione ai collaudati fratelli Vanzina, liberandosi degli inutili cloni Brizzi, Martani etc. in sceneggiatura e dal cast di alcune scorie deleterie, mentre alla regia è stato confermato Neri Parenti, decisamente meglio di Carlo Vanzina. Christian De Sica portabandiera della serie trentennale - fedele al suo personaggio - interpreta un avvocato fedifrago che stanco della giovane amante segretaria regala la “Guida Michelin della gnocca” a Fabio Ferrari e giura che d’ora in poi si dedicherà solo alla moglie e alle figlie. La meta delle vacanze natalizie è Cortina, ivi giungono l’autista siciliano di un ingegnere delegato da un ministro di firmare un importante accordo per l’Italia (mica vero) con un magnate russo del gas. Il buon siculo però rimorchia Galina, donna del magnate innescando una caccia all’amante e ritardando la firma tanto attesa. Nel rinomato centro turistico veneto approdano anche una coppia di cognati edicolanti di Bergamo, rivali e in gara a chi vede più vip. Nel frattempo l’avvocato è ossessionato dalle presunta corna messegli dalla moglie…
VACANZE DI NATALE A CORTINA, probabilmente, è uno dei cinepanettoni più abbordabili degli ultimi dieci anni. Nonostante gli intenti sociologici da rotocalco dei Vanzina (l’obiettivo dichiarato era di riportare alla realtà e alla verosimiglianza personaggi e situazioni), la confezione è meglio curata forse sull’onda di alcune commedie di successo e la formula collaudata di volgarità e gag stavolta ha una discreta scorrevolezza narrativa e una sobrietà quasi sorprendenti. La sceneggiatura dei cosiddetti fratelli funziona perché schietta e onesta, tra commedia degli equivoci classica e farsa aggiornata al terzo millennio. Come dire l’umorismo vanziniano da sempre paratelevisivo qui trova linfa e vita facile perché espressione della fauna italiota, dell’italiano medio (l’homo catodicus) figlio del berlusconismo editorialtelevisivo ancora imperante nei media. Dunque i vip o presunti tali come Emanuele Filiberto e company non stonano, anzi come ha scritto qualcun’altro sono dei mostri redivivi e idem vale per il magnate russo che ama la spazzatura musicale italiana, la musica nazionalpopolare che imperversa guarda caso su Raiset. A conferma di questa tesi è senza dubbio la doppia coppia di neoproletari consumisti e teledipendenti che vivono di vip del piccolo schermo, una di loro ha vinto ai pacchi di Affari Tuoi (la diseducazione televisiva per eccellenza, qui sbeffeggiata più volte) ed entrambe le coppie si nutrono di quel mondo irreale per una volta a portata di (foto)camera. Le frecciatine su Facebook invece vorrebbero essere profetiche ma non colgono nel segno. Il cast è seminedito e convincente: De Sica rifà se stesso, il padre Vittorio, sbraca un paio di volte con understatement dominando la scena e la Ferilli è un’ottima spalla; Ivano Marescotti, caratterista simbolo del cinema italiano anni novanta si dimostra bravo in una parte “alla cummenda” di un tempo e con Dario Bandiera formano una buona coppia; bravissimi Katia e Valeria, Giuseppe Giacobazzi e Ricky Memphis in grande spolvero. Neri Parenti quando vuole sa ritrovare un certo talento mostrato negli anni ottanta di Fracchia e Fantozzi.
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