Regia di Brad Bird vedi scheda film
Conciliando abilmente azione, spettacolarità, dinamismo e coinvolgimento nella narrazione, alchimia tra i personaggi, suspense rocambolesca, senso del divertimento e (auto)ironia, Brad Bird rilancia alla grande la saga con un soddisfacente e freschissimo starting point. I difetti del film non inficiano la riuscita complessiva. Voto 7
Dopo la regia autoriale di Brian De Palma, quella ipercinetica di John Woo e quella dinamica di J. J. Abrams, per la quarta missione impossibile il testimone passa a Brad Bird, acclamato regista Premio Oscar di capolavori d’animazione del calibro di Ratatouille e Gli Incredibili. E nessuno, probabilmente, avrebbe mai pensato che questo autore, alla sua prima esperienza con un film in live-action, potesse rilanciare una saga che, dopo il leggendario capostipite, aveva perso un po’ di mordente (specialmente con il secondo capitolo). Ma i continui cambi in cabina di regia non hanno potuto che giovare a questo gradevolissimo franchise che, come pochi altri negli ultimi anni, è stato sempre capace di rinnovarsi. L’impostazione basica di Protocollo Fantasma è quella di un classico film d’azione moderno: un meccanismo a orologeria dal ritmo dinamico e incalzante, ricco di azione, inseguimenti, esplosioni, scazzottate, agenti sotto copertura, spie letali e grande senso dello spettacolo. Tuttavia, anche Bird, come i suoi illustri predecessori, aggiunge una nota molto personale all'intera operazione, virando su uno stile che a tratti si avvicina al cartoonesco (il che non è per forza un difetto) e adottando una costruzione narrativa che riesce a restituire alla perfezione il senso dell’intrattenimento, con una trama pretestuosa ma appassionante scandita dai folli stunt girati senza controfigure dall’inarrestabile Tom Cruise. In merito, viene spontaneo citare la strabiliante sequenza della scalata del Burj Khalifa, che si rivela tra le più stupefacenti e mozzafiato dell’intera saga. Anche il tono del film, più serioso nei precedenti episodi, qui risulta più scanzonato e divertito grazie anche all’azzeccato comprimario Benji Dunn (interpretato da un ottimo Simon Pegg); il che, paradossalmente, fa acquisire un maggior grado di credibilità al personaggio di Ethan Hunt. Se infatti prima si prendeva molto (forse troppo) sul serio nelle sue imprese estreme, qui è ben visibile la volontà del regista e, soprattutto, di Cruise stesso, di stravolgere i canoni della saga con un apprezzabile spirito autoironico. Al netto di alcuni difetti, come un villain decisamente poco carismatico e la scialba presenza di Paula Patton, Mission: Impossible – Protocollo Fantasma risulta essere un capitolo incaricato di ridare linfa alla serie, una sorta di nuovo starting point che getta le basi per i capitoli successivi, ancora più "maturi" e sorprendenti. Missione compiuta, direbbe Ethan Hunt.
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