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Mission: Impossible. Protocollo Fantasma

Regia di Brad Bird vedi scheda film

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La recensione su Mission: Impossible. Protocollo Fantasma

di zombi
6 stelle

tom cruise deve dimostrare al mondo che è ancora un motivo valido per andare al cinema e quindi si fa cucire addosso il quarto capitolo del suo agente speciale. accade di tutto, viene perfino distrutto il cremlino. ma tom lui è indistruttibile. non tenta nemmeno più di dare un senso alle azioni che fa fare al suo agente segreto, quando scampato all'attentato che invece ha copato il suo capo e sono in fondo alla moscova che sembra più o meno una piscinetta per bimbi, lui e brandt l'analista che combatte come yip man, a domanda "ma come facevi a sapere che avrebbe funzionato?" risponde "non lo sapevo, davo solo per scontato che sparando a qualsiasi cosa che si muovesse o fosse minimamente STRANO gli avrebbero sparato e noi avremmo potuto togliere il disturbo potendo ritornare a respirare coi polmoni e non con le branchie"!!!!! lo so non si capisce molto dalla mia spiegazione, ma non ha poi tutta quella importanza. come non ha tutta quella importanza la trama e molti dei personaggi che compaiono nel quarto capitolo della saga.  michael niqvist fa il cattivo e lo farebbe bene, se solo non fosse una figurina bidimensionale che staccano e attaccano dalle inquadrature. laura patton è una super femminazza degna di nota con storia d'amore e l'onore del sentimento della vendetta. lea seydoux è la solita francese che compare in questo genere di produzioni, o per fare la francese sensuale o per fare la francese sensuale assassina. fa la fine che fa(in quanto assassina sadica e dalla faccina da francese stronza che pare abbia appena mangiato il patè più gramo della storia dei patè)e gli sceneggiatori se ne sono liberati una volta per tutte. simon pegg che è il motivo per cui ho guardato questo contenitore d'intrattenimento che non nuoce, fa la parte del bruttarello sfigatino con battutina onni-presente irritante che essendo buono ha diritto al suo riscattino finale, tanto per non sembrare proprio del tutto un frocino impaurito dalla propria ombra. jeremy renner è il secondo attore che ha avuto l'onore da parte della produzione di un personaggio con un pizzico di personalità. non troppa ovviamente per non oscurare sua maestà TOM CRUISE(gli concedo le maiuscole cartellonate)che deve essere pregato per esibirsi nella sue capriole assurde, tipo la scalata al grattacielo più alto di dubai con tanto di tempesta di sabbia incombente. alla fine non interessa sapere come va a finire... e c'è anche un pò di suspence quella giusta che solo il figlio di satana non ne sarebbe toccato, quando il pericolo è scongiurato e tom/ethan può gridare "missione compiuta"... mi ha fatto fin tenerezza nel voler sempre essere in cima agli incassi, in cima alle classifiche e ai compensi; in cima alle preferenze delle donnine che gli fibrilla l'elastico delle mutandine lavate una volta di troppa, in cima alle acrobatiche assurdità da action americano tanto per far dire "si vabbè è un'americanata, ma non si butta via" e con tutto il fracasso che il dolby surround avrà fatto di certo non davano fastidio i barili di pop-corn sgranocchiati nell'arco di tutto il film. ovviamente tutto questo ha un senso per certi versi, visto che il regista è lo stesso dei bellissimi cartoni animati GIGANTE DI FERRO e GLI INCREDIBILI.

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