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Mission: Impossible. Protocollo Fantasma

Regia di Brad Bird vedi scheda film

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La recensione su Mission: Impossible. Protocollo Fantasma

di Immorale
6 stelle

La squadra di super-agenti capitanata da Ethan Hunt viene incaricata del furto di dati che permetterebbero l’identificazione di un pericoloso terrorista, detenuti all’interno del Cremlino; ma le cose non vanno come sperato e si ritrovano incolpati di un attentato dinamitardo e braccati da tutti.

Quarto capitolo delle avventure “impossibili” di Tom Cruise e del suo (ormai) alter ego agente dell’I.M.F., lontano dall’immaginario da guerra fredda dell’esordio diretto da De Palma e più vicino agli altri capitoli della serie, il secondo, energico ma incompiuto (diretto da uno svogliato John Woo) e il terzo, più orientato all’azione pura (diretto da J.J. Abrams). Anche qui le pause meditative e gli approfondimenti (?) dei personaggi vengono lasciati (molto) a margine di un rocambolesco caleidoscopio di immagini ove l’azione la fa da padrone assoluto. Il trend “tecnologico”, perimenti, viene ampiamente rispettato e ci vengono mostrati, continuamente, fantasmagorici aggeggi utilizzati con naturalezza dal nostro eroe nelle situazioni più disparate. Permane, comunque, un umanesimo spionistico di fondo che si ispira a James Bond ed alla sua proverbiale capacità di improvvisare, qui portata all’estremo dal personaggio principale, più reattivo e pronto di un felino. Il divertimento è assicurato, insomma, se si lasciano da parte la verosimiglianza o pretese di autorialità (se non seriale) e se si “tara” il proprio cervello alla modalità “visione senza impegno”. Le oltre due ore del film, quindi, scorrono con piacevolezza, con poche sequenze inutili (tutta quella della festa a Mumbai ove si prova, stancamente,  a “bondeggiare”), pochi “product placement”, qualche buco di sceneggiatura e una sana dose di ironia che percorre a volte la trama, soprattutto grazie alla discreta verve di Simon Pegg. Buono, infine, l’apporto degli effetti speciali e dei molti stuntmen impiegati quali controfigure dell’ingessato Cruise, il quale mi è apparso, complice forse l’HD che, appunto, “definisce” le imperfezioni (rughe) o la pulizia visiva del Blue Ray, ancora più tozzo e imperfetto del  solito, seppur ancora sufficientemente in parte. Non si poteva chiedere di più.

Sulla trama

Veloce.

Su Brad Bird

Accondiscendente.

Su Tom Cruise

Limitato.

Su Simon Pegg

Frenato.

Su Jeremy Renner

Inerte.

Su Paula Patton

Scollata.

Su Josh Holloway

Morto.

Su Michael Nyqvist

Poco interessato.

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