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Mission: Impossible. Protocollo Fantasma

Regia di Brad Bird vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mission: Impossible. Protocollo Fantasma

di will kane
8 stelle

Negli ultimi anni l'astro incrollabile di Tom Cruise,del quale si è sempre detto che sia stato un talentuosissimo amministratore di se stesso e dei propri impegni e progetti (cinematograficamente parlando,sono d'accordo:ha saputo alternare film a grosso budget con lavori d'autore,e si parla di una star che si è fatta dirigere da Kubrick,Scorsese,De Palma,Stone,Jordan,Coppola,per rimanere agli Autori riconosciuti,ma inserirei pure Crowe e Levinson...) è sembrato traballare,vista anche la risposta loffia alla commedia d'azione della scorsa stagione,"Innocenti bugie",con Cameron Diaz.Per essere precisi,l'incrinatura è partita dal terzo episodio di "Mission:Impossible",che andò bene,ma non raccolse gli entusiasmi e gli incassi adeguati ai primi due titoli della serie:giusto allora che il divo,giunto alle soglie della cinquantina,riparta da lì,e abbia voluto produrre ed interpretare una quarta avventura dell'agente Ethan Hunt,e che il pubblico sia tornato a premiarlo.Affidato ad un regista che viene dal mondo animato della Pixar,il Brad Bird de "Gli incredibili",il nuovo capitolo del franchise al cinema dal 1996 riparte ed allestisce attorno a Hunt una squadra composta da due uomini ed una donna (di una bellezza stordente,Paula Patton):l'azione si muove da Budapest e si conclude a Seattle,ma in mezzo ci saranno state rocambolesche avventure a Mosca,Dubai e Mumbay,con un parte centrale in Arabia tiratissima,probabilmente la migliore della pellicola,con una spettacolare arrampicata sui cristalli del Kuala Lampur.Mescolando ironia e spettacolo,il film si propone come uno dei migliori della serie,e Cruise fa un mezzo passo indietro,concedendo spazio ai co-protagonisti:se al casting si può fare un appunto,è sul villain,impersonato dal Michael Nyqvist di "Uomini che odiano le donne" versione svedese,non troppo convincente,e sulle inverosimiglianze preventivate nel racconto,d'altra parte è inutile lamentarsi se il titolo parla già di "impossibile".Ed il finale,con l'eroe che comunque sa che il suo destino è di essere fondamentalmente solo,risulta molto più apprezzabile di quello dell'episodio precedente,che lo "normalizzava" troppo:gli uomini d'azione sullo schermo non possono legarsi a niente che li renda vulnerabili.Indiana Jones,James Bond,Ethan Edwards non possono che concedersi una romantica solitudine:in fondo,è questo uno dei principali punti di differenza anche tra John Rambo e Rocky Balboa.

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