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Wilde Salomé

Regia di Al Pacino vedi scheda film

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La recensione su Wilde Salomé

di alan smithee
8 stelle

“Volevo fare un film sulla vita di Wilde, su uno dei suoi drammi più noti, ma anche sulla mia vita alle prese con questa complicata trasposizione”.Alla fine Pacino non fa nessuna delle tre cose, ma un ibrido affascinante,originale che non è solo fiction, non solo teatro, né tanto meno solo documento o letteratura, ma una geniale commistione di arti

“Volevo fare un film sulla vita di Wilde, su uno dei suoi drammi più noti, ma anche sulla mia vita alle prese con questa complicata trasposizione”.

Alla fine Al Pacino non fa nessuna delle tre cose, oppure un ibrido affascinante ed originale che non è solo fiction, non solo teatro, né tanto meno solo documento o letteratura: tutte e tre, anzi quattro le caratteristiche, coesistono in una amalgama affascinante e visivamente dirompente, il cui alternarsi evita pesantezze ed esalta ogni tipo e stile di narrazione.

Un vero e proprio frullato visivo, geniale sin dal titolo, che allude al geniale autore letterario e alla natura "selvaggia" della protagonista-mattatrice, in cui vengono mescolate non si sa con quale criterio, ma certo con senso del ritmo e la capacità di rendere affascinante il discorso di ricerca, la rappresentazione teatrale con la splendida Jessica Chastain nel ruolo di Salomé e lo stesso Pacino nella parte di Erode, la fascinazione degli spazi aperti che mancano al teatro con riprese anche aeree sul deserto californiano, e il lavoro di ricerca dell’attore che diviene ossessivo e lo spinge sino a Londra per visitare i luoghi natii e di ispirazione del grande scrittore, intervistarne i posteri e alcuni personaggi che meglio di altri possono fornirgli dettagli o notizie in grado di agevolarlo nel complesso processo di adattamento.

Un progetto che rimane personalissimo, coltivato per anni dall’attore, sottoposto a molti ripensamenti, a dubbi, perplessità nel tentativo di fornire una rappresentazione definitiva, e come tale che spazi attraverso le varie forme di rappresentazione, dell’opera dell’acuto scrittore londinese.

Ecco dunque Pacino che, tra un autografo e l’altro, tra un omaggio e l’altro da parte dei fans (meraviglioso quello del ragazzo che lo saluta fingendo di imbracciare un mitra e poi mimando l’attore mentre viene crivellato di colpi in Scarface di De Palma – scena mitica, sia quella del film, sia quella dell’estimatore molto acuto e simpaticissimo, tant’è che l’attore si sorprende e pare molto divertito), scende nel particolare e si documenta, ascolta il parere di illustri esperti e cultori dell’opera di Wilde (tra gli altri riconosciamo e ricordiamo Tom Stoppard e Gore Vidal), mentre Bono degli U2 fornisce il suo contributo con un intervento accorato verso l’opera dello scrittore e regalando al film la sua musica verso la parte finale, con una versione rock di una Salomé travolta piacevolmente da ogni forma e tecnica di rappresentazione.

Al centro dui tutto il volto perfetto e perlaceo di Jessica Chastain, donna innamorata e bellissima, per la prima volta non corrisposta, che matura tutta una sua nevrosi che la spinge a esercitare le sue prorompenti doti ammaliatrici sul padre per indurlo a punire il Battista per averla umiliata con il suo diniego. L’attrice, che riesce a riportare prepotentemente ma con classe il film sulla sua naturale protagonista, ed è ripresa durante le scene, ma anche in quanto attrice ed interprete in occasione della prima riunione organizzativa con l’intera troupe, è fondamentale alla riuscita di un’opera che sa coinvolgere, ci mette di fronte ad un esperimento nuovo ed ibrido in grado di catapultarci verso nuovi orizzonti espressivi e rappresentativi ove le varie arti si alleano e scendono a patti fornendo ognuna il meglio della propria capacità rappresentativa e completandosi l’un l’altra; un esperimento ancora più innovativo ed azzardato per Pacino, che ricalca molto e massimizza ulteriormente la precedente e già molto interessante e riuscita esperienza di regia del grande attore, concentrata in quella occasione sulla figura di Riccardo III.

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