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Trespass

Regia di Joel Schumacher vedi scheda film

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La recensione su Trespass

di alan smithee
4 stelle

La coppia Cage/Kidman meritava certo qualcosa di piu' di questo filmetto di cassetta (uscito da noi e penso pure altrove direttamente in dvd) per esordire assieme sullo schermo. Piu' per la Kidman in verita' che per Cage: se infatti al cinema piu' di una volta l'anno escono filmacci ben peggiori di questo, interpretati con puntuale accanimento da un Cage ormai gonfio dai lifting e totalmente schiavo del dio denaro da non riuscire piu' a rifiutare piuì alcuna proposta, persino le piu' vergognosamente becere, la Kidman invece ha sempre dimostrato fino ad ora una certa capacita' autogestionale che le ha permesso scelte oculate anche se ultimamente non tutte fortunate come a itempi di Moulin Rouge. In piu' in questo film la Nicole e' tornata alla bellezza delicata e fragile di alcuni anni fa, complice un ritorno al capelllo rosso che le dona piu' di ogni altra tonalita', e ad un viso ritrovato in perfezione quasi perlacea in cui sono spariti gonfiori di zigomi e labbra innaturali e gommose, opera di qualche scellerato chirurgo che sta trasformando in copie identiche caricaturali e spesso ridicole molte nostre star sulla soglia della quarantina desiderose di preservare i tratti di un'eterna giovinezza che piu' non meritano ne' riescono a gestire.
Un film su una rapina ai danni di un facoltoso (o pseudo tale) commerciante di preziosi, nella sua villa superlusso progettata dalla bella moglie annoiata e trascurata. Ladri che fanno irruzione con una facilita' disarmante, immobilizzano la coppia e pure la figlia ribelle non appena ritornata all'ovile pentita dopo una serata dissoluta (eheh che sciocchini 'sti americani, tutti pazzi per i valori della famiglia, istituzione che poi fanno magari a pezzi con le loro stesse mani e liquidano piu' in fretta di una denucia dei redditi). Ladri che cominciano a mostrare pian piano alcuni lati oscuri, debolezze e approssimazioni, e misteriose (ma non troppo) allusioni a segrete conoscenze con qualcuno dei proprietari di casa, che a loro volta mettono a dura prova la loro credibilita' di onesti ed irreprensibili genitori.
Insomma viene in mente (ma abbiamo di fronte solo una copia sbiadita e opaca) Ore contare, splendido remake di Michael Cimino dell'originale del '55 di Wyler, dove una apparentemente facile rapina si trasforma in un incubo e dove ogni individuo implicato nel ruolo di vittima o carnefice nasconde un suo segreto che condivide con qualcun altro all'insaputa di tutti i restanti.
Certo la regia commerciale e convenzionalmente premeditata sino all'ultima inquadratura di un ecclettico volpone del cinema  d'evasione come Joel Schumacher (autore spesso inguardabile - mi vengono in mente 8mm, Batman & Robin, Scelta d'amore, ma talvolta protagonista di sorprese gradevoli come Cugini, Tigerland, Un giorno di ordinaria follia) non aiuta a rendere memorabile l'incontro di un duo attoriale di premi Oscar che avrebbe meritato in generale un altro contesto (perche' anche Cage, anche se ormai stentiamo a ricordarcelo, e' stato a suo modo un attore dotato ed interessante!).

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