Regia di Costa-Gavras vedi scheda film
VOTO : 6/7.
Ai tempi, ma anche ultimamente ha fatto cose interessanti (vedi “Cacciatore di teste”), Costa Gravas era un regista quasi infallibile, dal quale ci si attendeva sempre tanto.
Questo lo considero un buon film, ma non di altissimo livello (anche se ha conquistato comunque premi importanti), diciamo che un po’ si perde per colpa di una sceneggiatura si efficace, ma anche un po’ scontata.
La storia si dipana su tre stadi piuttosto distinti.
Una parte processuale, una parte di indagine, ed un’altra destinata alla rappresentazione dei rapporti familiari.
Jessica Lange è un avvocato che si trova a difendere il padre, perfetto ai suoi occhi di figlia e per tutti, dall’accusa di aver compiuto crimini di guerra spalleggiando i nazisti durante lo stillicidio ungherese perpetrato nell’ultimo periodo del secondo conflitto mondiale.
Il suo operato risulterà vincente, ma scoprirà anche che la verità è purtroppo un’altra e si troverà di fronte al dubbio etico dato dal dover decidere cosa sia meglio, e soprattutto giusto, fare.
Film impegnato e sentito, una storia appassionante e resa bene in immagini, sfruttando a dovere l’indubbia bravura dei due protagonisti.
Purtroppo il colpo di scena non è molto efficace, ma rimane comunque interessante il rapporto generazionale tra padre e figlia.
Un po’ scontato quando si tratta di tirare le fila del discorso, ma sostanzialmente ben fatto.
VOTO : 6/7.
Un pò macchinoso, tiene un buon ritmo e regala alcuni momenti di forte tensione soprattutto quando affronta il rapporto padre-figlia.
Per il resto non proprio eclatante.
VOTO : 7.
Bel ruolo, forte e determinata, una protagonista convicente.
VOTO : 7.
Quando l'esperienza conta; gli bastano poche pose per risultare raggelante.
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