Regia di Malgorzata Szumowska vedi scheda film
Se non fosse stata prescelta Juliette Binoche per la parte della giornalista Anne, forse questo film avrebbe fatto meno rumore di un bambino nato morto. Dopotutto, si tratta di una produzione tra Francia, Polonia e Germania, con la regia di una certa Malgorzata Szumowska, che non lascia il minimo segno del suo "passaggio".
Delle varie situazioni, anche scabrose, che il film cerca di passare come "interviste", non ho alcuna intenzione di parlare. Alcune parti sono state censurate, perchè ritenute oscene: concordo perfettamente, le ho potute vedere negli "extra" del dvd.
Mi piace invece parlare di Anne (Juliette Binoche) e della sua metamorfosi lenta ma profonda man mano che le sue interviste vanno avanti, il magazine "Elle" del quale lei è redattrice, le ha dato incarico di condurre un'inchiesta sulla prostituzione femminile tra studentesse. Ne individua due, una polacca molto determinata a diventare ricca (a qualunque prezzo e in qualsiasi modo), e una francese, che proviene da un piccolo paese nel quale non vorrebbe ritornare, se non da donna realizzata nell'alta società parigina.
Da quì la decisione delle due ragazze di prostituirsi a ricchi clienti. Inizialmente le due ragazze non vorrebbero raccontare le loro avventure amorose, ne tantomeno rivelare i vizi e le depravazioni dei loro clienti, ma alla fine cedono al loro narcisismo e si aprono totalmente, proiettando la giornalista (Anne) in un mondo del quale non sospettava neppure l'esistenza.
Anne è una donna come tante a Parigi, sposata e con due figli adolescenti, e con un buon lavoro appunto presso il magazine Elle.
Quando inizia a porre le domande alle due ragazze, con le quali si incontra in diversi luoghi, in appartamento o nei giardini di una Parigi disincantata e distratta, Anne prende a cuore il suo lavoro, considerando le due ragazze come due sue figlie, quindi adotta un rapporto troppo morbido, che invece viene stravolto e travolto dalle disinibite risposte e descrizioni delle due studentesse.
Ogni giorno di più Anne fatica, tornando a casa, a rimettere ordine nella sua mente. A casa scrive il suo articolo, ma deve anche dedicarsi a preparare colazione pranzo e cena per i figli e per un marito che appena si accorge della sua esistenza.
Affiorano sempre più aggressive le scene di sesso narrate da Alicja (Joanna Kulig) e da Charlotte, alias Lola, (Anaìs Demoustier) nella sua mente che ora non riposa neppure durante la notte. Anne non vede l'ora di finire il suo lavoro, in qualche momento di sconforto le viene voglia di cestinare tutto, ma una strana smania si sta impossessando di lei...
Intanto scopre che il figlio maschio ha qualche problema, e cerca di essergli più vicino, mentre necessariamente tira le somme della sua vita amorosa e sessuale con il marito, eccitata sempre più dalle esplicite descrizioni degli incontri delle due ragazze con i loro clienti.
Finisce con il ferirsi con un coltello mentre prepara una cena per il marito e i suoi amici, e alla fine cede al desiderio, si chiude nel bagno, e sdraiata per terra sopra un asciugamano si da piacere con le dita. Non si vede l'atto impudico, ma solo il volto della Binoche che cambia espressione in modo molto verosimile sino a raggiungere l'orgasmo.
Non dirò che la Binoche è una grande attrice, ne che questo è un bel film. Non sarei sincero.
Mi piace comunque sottolineare il coraggio della Binoche, che da sola regge tutta la struttura del film. Le scene di sesso ci sono, e come, ma servono alla giornalista Anne per documentare minuziosamente il suo lavoro. E Anne avrà materiale sufficiente per un buon articolo, ma anche per rivedere in positivo la sua nuova vita erotica con suo marito e a guardare con occhi diversi i problemi dei suoi figli.
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