Sembra quasi che François ozon, con il suo riuscitissimo “Giovane e bella” del 2013, abbia conferito una forma cinematografica più solida e articolata a questo “Elles” di Malgorzata Szumowska, realizzato un paio di anni prima. L’accostamento è inevitabile se si sono visti questi due film che affrontano il tema della prostituzione di studentesse nell’era di internet. “Elles” ha un taglio quasi documentaristico e l’autrice propone una sua personale lettura del fenomeno. In buona sostanza, sia le ragazze che i loro clienti sono intrappolati in un meccanismo socio-psicologico, in una primaria logica del “do ut des”, ma nel confronto i maschietti ne escono molto più umiliati. François Ozon realizzerà invece un film di sola osservazione, non esprimerà alcun guidizio e lascerà aperto il finale. Il regista francese si cimenta ormai da molti anni con il grande cinema e affronta una molteplicità di tematiche. Malgorzata Szumowska, invece, sostiene una tesi, che ella stessa qualifica di femminista, affermazione che mi lascia perplesso. Certo, le sue ragazze squillo, come si usava definirle quando il telefono era solo un telefono, ostentano sicurezza, non sembrano soffrire la loro condizione, hanno dalla loro l’età, tanta energia e salute, una quantità di denaro impensabile con un “normale” lavoro e la possibilità di pensare al futuro. Di contro, uomini più anziani, mariti delusi dalla routine coniugale, figure in crisi e con scarse aperture verso il futuro. Il punto di vista dell’autrice è quanto meno originale e induce meritevolmente ad una quasi inattesa riflessione. Lascia lo spettatore inerme di fronte ad esistenze poco rallegranti, ma fortemente realistiche e piene di sottesa umanità. Il filo conduttore del film è affidato al personaggio di Anne (Juliette Binoche), giornalista del settimanale “Elle” (guarda un po’.... la celebre rivista assegna al film 4 stelle su 5), alle prese con un reportage sulla prostituzione di studentesse via internet.. Per la parte, non credo si potesse scegliere un volto d’attrice più adeguato del suo. Anne fa veramente la giornalista, si lascia coinvolgere fino in fondo, si lascia trasformare dalle storie che ascolta. Diventa confidente e complice delle ragazze intervistate, le interroga e si interroga. L’interpretazione del personaggio è veramente ammirevole, tanto da salvare in pieno un film che accusa nondimeno quale lentezza e una carenza di tensione. “Giovane e bella” di François Ozon è migliore.
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