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Rampart

Regia di Oren Moverman vedi scheda film

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La recensione su Rampart

di supadany
7 stelle

Squadra che vince non si cambia così che, dopo essere stati apprezzati per “Oltre le regole” (2009), Oren Moverman, Woody Harrelson e Ben Foster ci hanno messo solo due anni a trovare un soggetto sul quale tornare a collaborare.

Cambia però completamente il registro, se nella precedente occasione si prediligeva asciugare la scena (per poi colpire con una manciata di confronti durissimi), questa volta a parte le tonalità cupe ecco un numero consistente di eccessi.

Los Angeles 1999 Distretto di Rampart, Dave Brown (Woody Harrelson) è un poliziotto che compie il suo servizio utilizzando modi di fare violenti e sbrigativi, mentre nella vita privata si ritrova ad avere a che fare con due ex mogli (Anne Heche e Cynthia Nixon) e figlie.

Un equilibrio tenue messo a dura prova quando finisce sotto indagine per i suoi metodi ed i suoi tentativi di sistemare le cose finiscono semplicemente col risucchiarlo in una situazione che sembra sempre più senza via d’uscita.

 

Woody Harrelson

Rampart (2011): Woody Harrelson

 

Poliziesco noir fosco e collaudato, forte di un suo background (i fantasmi del Vietnam, gli ambienti, l’evoluzione del personaggio), tra l’altro lo stesso James Ellroy ha collaborato con Oren Moverman alla sceneggiatura, che in fondo non offre niente di strabiliante, ma possiede un nucleo ad ogni modo solido.

E’ un film teso e con implicazioni interiori difficili, qualora non proprio impossibili, da redimere, un viaggio di sola andata verso la distruzione di un uomo, Dave, che appare riluttante alla luce del sole e non solo per i postumi delle serate precedenti quanto prevalentemente per la sua abitudine notturna, che quindi diventa propria del film che può vantare un efficace utilizzo delle luci artificiali.

Per un titolo del genere è notevole la presenza femminile, in più non si tratta di casualità ma in un certo qual senso sono le donne a scandire la vita passata e presente, e forse futura, di Dave a cui da forma un enorme Woody Harrelson che una volta di più si dimostra tra i migliori, e quindi più sottovalutati, interpreti della sua generazione, capace di essere magnificamente crudele (come altrove un guascone di prima categoria) e poi creare linee di demarcazione.

Così “Rampart”, titolo riferito ad una delle zone più pericolose di Los Angeles, vive di elementi stabili ed affidabili, prende dalla “città degli angeli” la sua dose di derilitti e postacci di quarta lega, può contare su un attore in stato di grazia, ma poi tende anche inutilmente a strafare perdendo una parte di quella pulizia che per buona parte lo rende completamente coerente al genere di appartenenza.

Poche sorprese, ma discreto costrutto.

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