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Rampart

Regia di Oren Moverman vedi scheda film

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La recensione su Rampart

di 0372
6 stelle

Ho visto questo film quasi per caso spinto dalla mia passione per Woody Harrelson, che ritengo essere un attore straordinario.

In questo film con taglio di capelli militare sempre alle prese con sigarette addentate e non solo fumate e spesso con fiaschette di liquore, Woody Harrelson interpreta con la sua consueta bravura e capacità un poliziotto che mi ha ricordato subito quello di Mickey Knox di Natural Born Killer. Anche Dave Brown non è un semplice antieroe, ma è un individuo cattivo che ha una indulgenza compiaciuta  verso se stesso, con atteggiamento autoassolutorio che lo induce a giustificarsi sempre e comunque in qualsiasi delle sue crescenti malefatte.

E’ un misantropo, un’asociale quasi irrecuperabile che piega a suo uso e consumo qualsiasi valore, compresi quelli dell’anormale famiglia, composta da due sorelle che sono anche sue ex e che sono madri delle sue due figlie: l’anormalità di questa situazione familiare è solo uno specchio del disagio interiore che vive il protagonista, che consapevolmente precipita in un gorgo di vizi e violenza e che si aggroviglia su se stesso e suoi abusi e dipendenze, fra cui lo spiccato tabagismo sembra essere il meno preoccupante.

Un film non è però solo l’analisi impietosa del tracollo umano di un agente di polizia corrotto non solo esternamente ma nel suo io più profondo, ma anche il riesame di uno degli scandali più importanti della storia delle forze dell’ordine a stelle e strisce ed in particolare di Los Angeles. 

Ma nonostante tutto, come in The Shield (v. infra), non si può non avere indulgenza per il personaggio meravigliosamente interpretato da Woody Harrelson: le espressioni del suo irregolare viso sono sempre sorprendenti ed interessanti, non c’è un attimo di noia e il doppiaggio italiano amplifica la bravura del protagonista.

La famigerata divisione Rampart della LAPD è il lato oscuro delle forze dell’ordine della città degli angeli, che è una metropoli pericolosissima e che può essere capita solo da chi, come me, ci è stato in quei bellissimi anni ‘90 sia pure solo come turista.

E’ difficile parlare di una città, perchè l’agglomerato urbano già 30 anni fa Los Angeles mi appariva terrificante, tentacolare, ridondante, macroscopico, elefantiaco ed è certamente vero che era dominata da gang pericolosissime, con la conseguenza che il confine tra legalità e illegalità non era così netto e definito e non solo per la polizia ma per ampi strati della società civile.

Questa realtà era stata già magnificamente rappresentata nella fondamentale serie televisiva The Shield, ispirata, almeno in parte, proprio alla Divisione Rampart, e di cui questo film  costituisce, almeno per  me, una cinematografica conferma.

Il film certamente non è perfetto, avendo alcune asimmetrie, ma vanta un cast eccezionale, tra cui Sigourney Waver, Ben Foster e il suo fratello minore (Ben Foster è anche produttore del film), Robin Wright, Steve Buscemi, Anne Heche, Ned Beatty, Cynthia Nixon, Tim Russ, John Bernthal e Ice Cube: sono nomi talmente celebri che evito di citare le opere cinematografiche o lo serie televisive in cui i loro volti ci sono diventati familiari (Ice Cube è anche un celebre rapper).

Il regista è il talentuoso Oren Moverman, che però forse rende al massimo come sceneggiatore.

Se avete amato, come me, The Shield è imperdibile.

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