Regia di Ami Canaan Mann vedi scheda film
Buon sangue non mente, ma nel passaggio qualcosa quasi sempre si perde.
La Mann conferma questa regola, dimostra di saperci fare, di non avere un occhio banale e grazie al nome altisonante è riuscita ad ottenere un cast in grado di aiutarla parecchio valorizzando piuttosto efficacemente i personaggi, e con essi i rapporti che li legano, che sono poi gli aspetti meglio trattati all’interno della pellicola.
Mike (Sam Worthington) e Heigh (Jeffrey Dean Morgan) sono due detective alle prese con una serie di omicidi che vedono spesso come sfondo una zona paludosa che incute timore ai cittadini della zona per i suoi trascorsi.
Non mancano gli indiziati, arrivano anche vicini ad una soluzione, ma qualcosa va storto fino a quando la piccola Anne (Chloe Moretz) non viene rapita spronando Heigh a gettare il cuore oltre l’ostacolo più di quanto non abbia già fatto.
Thriller che mescola le carte, facendo anche un po’ di confusione, senza una direttiva precostituita e solida, con quindi conseguenti sorprese che arrivano copiose, ma che per questo motivo non trovano sempre radici profonde e convincenti.
Quello che funziona assai meglio è la descrizione dei personaggi e dei loro rapporti reciproci, soprattutto la figura di Anne (toccante la scena della cena a casa di Heigh con lei che si guarda intorno e vede la famiglia che sogna e che non ha mai potuto avere) è delineata con estrema efficacia, ma anche gli altri non se la passano male, tra un detective partecipativo, un altro ferreo e la sua ex moglie decisamente con le “palle” al seguito.
Ma poi non ci si ferma qui, la Mann trova alcune soluzioni registiche degne di nota (magistrale l’irruzione in casa della madre con figlia, la comparsa del killer dal letto presenta una tensione notevole) e valorizza (anche se non appieno) gli spazi e gli ambienti (come le paludi).
Certo c’è da dire che nel suo cambiare le prospettive della storia non sorprende fino in fondo (peraltro il finale non è così penetrante) e che perde pure qualche pezzo per strada (ci sono diversi particolari che non tornano come avrebbero dovuto se il meccanismo fosse stato oliato a dovere), ma l’atmosfera, alcune belle riprese ed un cast valido (soprattutto al femminile) fanno comunque la differenza in positivo (senza eccellere nel totale).
Film dunque che non manca di avere più di una lacuna, ma che al contempo sa il fatto suo, rappresentato con vigore e promettente per la Mann che in futuro dovrà (saprà?) smussare alcuni difetti, ma che nel frattempo ben promette.
Stimolante.
Riesce a dar consistenza ai personaggi, mentre perde qualche colpo nella gestione della trama, ma al contempo trova anche alcuni acuti considerevoli (la lunga scena dell'aggressione in casa della donna con la bambina ne è l'esempio più lampante).
La fissità dell'espressione è sempre quella, ma in una parte squadrata come questa è una lacuna in buona parte frenata da un'irruenza positiva.
Fascino e cuore (anche troppo di quest'ultimo tanto da essere sprovveduto) vanno con lui di pari passo.
Discreto.
Altro personaggio problematico per lei che sa ben valorizzarlo anche giostrando "solo" le sensazioni delle espressioni.
Brava, la migliore del cast.
Ruolo non sviluppato al massimo in fase di scrittura, ma come donna con le "palle" è sempre credibile.
Soddisfacente.
Coi personaggi viscidi e latenti riesce sempre a proporsi molto bene.
Efficace.
Nei panni della moglie di Heigh.
Piccolissimo ruolo.
Più che sufficiente.
Non compare molto, ma quando c'è appare "consumata" da una vita di eccessi come serve al personaggio.
Aderente.
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