Regia di Sebastián Borensztein vedi scheda film
Forse il titolo originale, Un cuento chino ("una storia cinese") non è riferito soltanto al coprotagonista cinese del film, ma al genere di racconto che Borensztein propone, una sorta di apologo zen su un titolare di ferramenta di Buenos Aires scontroso e misantropo.
Tra momenti cupi ed altri umoristici, sostenuti alla grande dall'ottimo Ricardo Darín (eccellente anche anche quando deve reggere la scena da solo), trascorre questa storia dove tutto torna, perfino le storie più incredibili, iniziate con un uomo che fugge dall'Italia in Argentina per evitare la guerra e si ritrova, quarant'anni dopo, con un figlio soldato, in guerra con l'Inghilterra, un paese a migliaia di chilometri di distanza. E perfino un misantropo come questo Roberto (o Eroto, come lo chiama il cinesino) riuscirà a compiere dei gesti d'altruismo e forse anche ad aprirsi agli altri.
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