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Silent Hill: Revelation 3D

Regia di Michael J. Bassett vedi scheda film

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La recensione su Silent Hill: Revelation 3D

di FilmTv Rivista
4 stelle

Costato meno della metà di Silent Hill (20 milioni di dollari contro 50), il sequel rinuncia al fascino delle atmosfere puntando tutto su dozzinali effetti digitali e sulla moltiplicazione di violenza e inseguimenti. In effetti il ritmo non manca, ma la sciatteria della confezione, unitamente alla carenza di originalità visivo/narrativa, appiattisce il prodotto su standard da straight to video di terz’ordine. Riciclando alcune trovate interessanti (le creature senza faccia, la corruzione strutturale del paese) del primo capitolo, a sua volta derivativo rispetto all’omonimo videogioco Konami, il film di Bassett offre una metafisica al sangue dove in sogno succedono i peggiori abomini e in veglia si sbadiglia, in attesa di tornare al sonno. In questo dentro e fuori dallo stato onirico non c’è scavo psicologico dei personaggi e si intravedono smagliature e incoerenze nei nessi che dovrebbero legare le due pellicole. La storia della giovane Heather, nuova incarnazione benigna della diabolica Alessa, procede a stento tra flashback ininfluenti, fughe disperate e dialoghi risibili, verso una Revelation che più prevedibile non si potrebbe. I volti di Radha Mitchell, Sean Bean e Deborah Kara Unger sono relegati a margine, in comparsate sfuggenti e mai incisive. Per non parlare di Malcolm McDowell, impegnato (?) in un cameo scult da dimenticare il più in fretta possibile. Cosa resta, dunque? Un semplice prodotto adolescenzialhorror interpretato dalla coppia Clemens/Harington in fuga dalla scuola media e incomprensibilmente distribuito in 3D. O meglio, incomprensibilmente distribuito nelle sale: un dvd sarebbe bastato.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 47 del 2012

Autore: Claudio Bartolini

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