Regia di Massimo Martelli vedi scheda film
Io di Luisone non so neanche quante ne ho mangiate.
E anche di Marisone, di Annalisone e tutte quelle che volete voi. Paste aromatizzate alla salmonella perchè ormai impagliate da un tassidermista sotto una teca di plexiglas.O forse era la mia sindrome del colon irritabile.
Però ho sempre reagito con il massimo della non chalance ,a petto in fuori e chiappe in dentro, ben strette per non fare rumore e subire meno danni possibili.
Con un briciolo di dignità in più del Claudio Amendola inquinatore di fosse biologiche nell'autogrill.
Una risatina magari ci scappa ma è veramente poco e misero ridere solo delle disgrazie altrui.
Bar Sport ha quasi lo stesso effetto lassativo della peggiore Luisona degli incubi di ognuno ma riesce sempre a fermarsi un nanometro prima del baratro.
Più che brutto è inutile,deludente.
Al multiplex della porta accanto hanno di nuovo commesso l'errore di far entrare me e Lampur assieme, ma stavolta non abbiamo centrato vecchie alla cassa, abbiamo subito prenotato gli arrosticini per il dopo cinema e ci siamo presi il solito caffè preproiezione.
E mai come stavolta è servito.
Bar Sport più che un film è una domanda che io e Franco ci siamo fatti decine di volte durante il film. Ma quanti zeri aveva l'assegno intestato a Benni per far dire a qualcuno della produzione che lo scrittore aveva formalmente apprezzato il film?
Questo è il più grosso mistero.
Bar Sport non è brutto come qualcuno lo dipinge ma non c'è nulla di che rallegrarsi: è tiepido come i Crodini incollati ai vassoi, è amorfo come la Luisona dopo adeguata stimolazione termica, è tumefatto come i Boeri dopo una gita in pullman, è inutile come la gag dello scotch e dell'insegna che neanche dopo anni e anni riesce a funzionare.
E ci vuole tanto a chiamare un elettricista?
Il film di Martelli non è la rievocazione di un'epoca nonostante la profusione di simboli di un passato che oggi sembra assai remoto, è privo di nostalgia, malinconia e di tutti i sentimenti collegati a queste increspature d'animo.
E' la descrizione di una dimensione alternativa, uno stato mentale in cui ognuno cerca la propria collocazione.
E pure moltiplicando i personaggi la situazione non migliora, così come il mal di testa da cameo aggravato.
I vari personaggi sono macchiette scolorite in trasparenza, prevedibili con le loro fisime, le gags non decollano( in quella del ristorante l'unico che non sfigura è il maiale) e le sole, poche cose da ricordare sono le incursioni felici nel mondo dell'animazione per illustrare le storie raccontate dal tennico Eros.
Anche la partita di biliardo che doveva essere l'apice emotivo della proiezione si risolve in una specie di brodino caldo. Manca l'atmosfera polverosa e cameratesca di quei bar affondati nella provincia in cui il biliardo più che un tavolo di gioco era una specie di altare sacrificale di sogni di vittorie all'ultimo birillo, costi quel che costi.
E il ricordo è andato al Bar Sport che io frequentavo al paese in gioventù(relativa,diciamo tempi universitari),quello del Boia, in cui il mitico Cacciaja ,probabilmente il calco da cui i Coen hanno ricavato Dude Lebowski, guardava voluttuoso la palla con cui giocherellava passandosela da una mano all'altra e le sussurrava avvicinandosi come se quella avesse le orecchie "Lavora, maiala!".
I Bar Sport sono luoghi in cui vengono frantumate le inibizioni, in cui vengono fuori i peggiori istinti beluini sessisti, non una semplice recensione di una chiappa di marmo o una sbirciatina nella scollatura che mostra e non mostra una tetta d'alabastro.
Il film funziona solo quando si avvicina alla parola scritta,quando vengono raccontate le gesta di mitici ciclisti mediante sequenze di animazione e quando ti metti a sentire Eros non può non riecheggiare il verbo di Fantozzi (il libro non il film) con le sue storie di mitiche partite di pallone e di colpi di testa da 1640 metri che ti facevano venire il dubbio se stavi giocando in un campo di calcio o nel deserto del Nevada.
Se l'ambizione era di creare qualcosa di paragonabile alle bischerate degli Amici Miei,sarà per la prossima volta.
Il risultato, ben lontano è una sorta di aggiornamento del Bar Margherita di avatiana memoria in cui pascolano vitelloni di ogni specie.
Il Bar Sport sembra proprio la succursale del Bar Margherita aperta a Sant'Agata Bolognese....
non incide
al minimo sindacale come dice Franco...
rifà se stesso
truccata da vecchia un pò rinco...
accento emiliano studiatissimo
l'unico che continua a parlare col proprio accento
cameo
per lui una gag tormentone.Senza Silvio è perduto
playboy da strapazzo
irritante
Elvirona brutta
gag intestinale
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