Regia di Giuseppe Piccioni vedi scheda film
Alla mattina, prima che i ragazzi arrivino, la preside di un istituto superiore romano (Buy) passa per i gabinetti e li rabbocca con i rotoli di carta igienica estratti dalla sua borsa. È la fotografia del degrado sempre più avanzato della scuola italiana, uscita dalla penna di Marco Lodoli, opinionista e collaboratore di Repubblica, che nelle scuole delle periferie romane ha insegnato per anni. Il suo sguardo, con quello del regista Giuseppe Piccioni, si posa su questa situazione con bonomia e rassegnazione, sintetizzate in maniera alquanto schematica dalla contrapposizione tra un giovane supplente idealista (Scamarcio) e un anziano docente cinico e disilluso (Herlitzka). Il resto è corredo ordinario a certi film di ambientazione scolastica scritti secondo gli schemi più risaputi: il ragazzo problematico, quello che fa il buffone in aula, la studentessa con problemi familiari, l'emigrato che è il primo della classe ma che morde il freno.
Il rosso e il blu si lascia vedere, ma non aggiunge nulla a capitoli ben più significativi che hanno raccontato la scuola italiana - da Diario di un maestro a La scuola fino al recente Scialla! -, rispolverando pagine da libro Cuore e limitandosi a fornire un bigino tutto sommato commiserevole delle istituzioni scolastiche, dove gli studenti, in fin dei conti, hanno colpe limitate e i professori sono dei volenterosi professionisti schiacciati dalla potenza delle forze contrarie. Herlitzka si prende le parti migliori del copione, qualche momento divertente non manca ma in un'ora e mezza si vede appena un'invenzione di regia (un ex studente ammanettato che dallo schermo televisivo si rivolge, nell'immaginazione, a un suo ex professore): troppo poco per chiamare in causa il cinema d'autore.
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