Regia di Carlo Virzì vedi scheda film
Il livornese Loris Vanni, ex-batterista dei Pluto, gruppo di rock italiano che ha vissuto una breve stagione alla fine degli anni 90, viene contattato da Ludovico Reviglio, un giornalista musicale paraplegico, per la realizzazione di un documentario. Il primo passo verso la reunion della band sarà rientrare in contatto con gli altri componenti Maurilio, Sabrina e Rino, persi di vista da almeno un decennio.
Dissacrante ricerca del tempo perduto che mette alla berlina la celebrata scena indie italiana degli anni 90, attraverso le "gesta" di un gruppo di tamarri cazzari sui quali la critica musicale ha ricamato e filosofeggiato significati profondi del tutto fittizi. Carlo Virzì conosce e padroneggia bene la materia, avendo militato proprio in quegli anni negli Snaporaz, e spesso coglie nel segno, tratteggiando un ritratto beffardo e autoironico di quattro ex-ragazzi mai del tutto cresciuti, ma pur divertendo con un'ambientazione labronica che ricorda molto Ovosodo, non possiede la profondità del più celebre fratello Paolo e fatica a ordinare tutte le tessere di un mosaico che meritava una cornice meno elementare e minimalista. Il risultato è un'agrodolce commedia musicale che si lascia vedere volentieri, ma che non convince appieno, specie per una seconda parte troppo sfilacciata e sbrigativa (peccato, perché i presupposti erano davvero promettenti). Ottimo il cast, dall'irresistibile e imbambolato faccione di Alessandro Roja alle smargiassate di Marco Cocci, passando per un'adeguatamente sgallettata Claudia Pandolfi fino ai tormenti di Corrado Fortuna.
Simpatico, non molto altro: 6/10.
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