Gli amici Loris (Alessandro Roya), Sabrina (Claudia Pandolfi), Rino (Dario Cappanera) e Maurilio (Marco Cocci) suonavano per diletto la loro musica rock quando con la loro band, i Pluto, hanno conosciuto una straordinaria stagione di successo, che a metà degli anni Novanta li ha portati da Livorno a scalare le classifiche di vendita e a esibirsi in giro per il mondo. In seguito, per una serie di incomprensioni successive, si sono divisi, perdendosi di vista e abbandonando la musica, fino a venir dimenticati. Un giorno però Loris riceve un’e-mail dal loro unico fan, un ragazzo disabile, che li invita a ricostituire il gruppo per un concerto speciale.
Note
Leggero nel tocco “indie alla livornese” ma impietoso nel radiografare la pochezza dei nostri eroi e idoli, Virzì sdogana in un sol colpo la flatulenza femminile e la banalità del successo. Sono solo canzonette demenziali come gli autori, che hanno battezzato la band col nome di un cane mentre i fan pensavano al Pianeta Nano. Il film mutua le ingenuità di chi non ha mai guardato il cielo con la farsa molto italiana del ritrovare la felicità con i piedi ancorati alla terra. E tutti vissero cafoni e contenti, come (gran) parte delle nostre “rockstar”.
Un decadente racconto sulle meraviglie dei tempi passati, tra i ricordi più grandi di tutti e le disillusioni più vere di tutte, ben narrato dal giovane Virzì
Bisogna aspettare il finale per vedere all’opera i Pluto, riunitisi per la prima volta sul palco dopo lo scioglimento di dieci anni addietro: rock grezzo, diretto, maleducato, sincero. Marco Cocci (prima che attore, cantante e leader dei Malfunk, band nata sulla scia dell’esplosione grunge negli anni novanta), performer nato, si dimena e s’agita schizzato, sfacciato, con voce potente, a… leggi tutto
I più grandi di tutti? Ma chi sono veramente i più grandi di tutti?
Lo chiedi a dieci persone e rischi seriamente di avere dieci risposte diverse, per qualcuno poi (come il sottoscritto) non esiste nemmeno una band che si possa fregiare del titolo “i più grandi di tutti”.
Ma così non la pensa Ludovico Reviglio, giovane e appassionato giornalista… leggi tutto
Che i Pluto siano più i Malfunk (di Marco Cocci) o gli Snaporaz (di Carlo - fratello di Paolo - Virzì), poco cambia: nessuno di questi gruppetti di scarsa fama regionale negli anni '90 ebbe tanto risalto da poter essere denominati 'I più grandi di tutti', da cui il titolo di questo insipido lavoruccio. Potrebbe anzi sembrare una caricatura densa di ironia - ma non la è, figuriamoci se un… leggi tutto
A metà degli anni novanta il gruppo rock dei Pluto era a un passo dallo sfondare, ma dissidi interni mai sopiti ne minarono irrimediabilmente l’unità, portandoli allo scioglimento dopo una breve stagione di successi. A oltre quindici anni dall’ultimo concerto l’ex - batterista Loris Vanni riceve un messaggio email di un giornalista che desidera girare un…
I ricordi di gioventù sono molto spesso ammantati di quel piacevole velo nostalgico che fa sembrare meraviglioso quello che era normale e mitico ciò che contravveniva la semplice normalità. E quelle persone che nel corso degli anni elidi dalle tue frequentazioni, difficilmente riusciranno a stupirti positivamente dandogli una seconda opportunità. E Virzì…
Una rock band degli anni '80 ormai dissolta (i "Pluto") tentano di combinare una re-union su sollecitazione di un giornalista, loro grandissimo fan, che non esita a mettergli a disposizione denaro, strumenti e spazi. Ma le delusioni del passato e i rancori mai sopiti fra i membri della band non aiutano a raggiungere lo scopo ...
A primo acchito, sentito Virzì come…
Il livornese Loris Vanni, ex-batterista dei Pluto, gruppo di rock italiano che ha vissuto una breve stagione alla fine degli anni 90, viene contattato da Ludovico Reviglio, un giornalista musicale paraplegico, per la realizzazione di un documentario. Il primo passo verso la reunion della band sarà rientrare in contatto con gli altri componenti Maurilio, Sabrina e Rino, persi di vista da…
Da sempre, musica e cinema sono due arti tra loro convergenti e complementari. Sono (o perlomeno dovrebbero essere) tra le prime esperienze formative di ogni ragazzino, almeno così è stato per me. Ora,…
I più grandi di tutti? Ma chi sono veramente i più grandi di tutti?
Lo chiedi a dieci persone e rischi seriamente di avere dieci risposte diverse, per qualcuno poi (come il sottoscritto) non esiste nemmeno una band che si possa fregiare del titolo “i più grandi di tutti”.
Ma così non la pensa Ludovico Reviglio, giovane e appassionato giornalista…
Non sarà certo il film che farà gridare al miracolo, ma in una società (la nostra italica) nella quale i fenomeni da baraccone (“Amici” in primis, altri poi seguono a ruota senza molto più ritegno) hanno sempre la meglio fa, almeno per chi scrive, un enorme piacere vedere una pellicola genuina, semplice, diretta al sodo, anche un po’ ingenua (forse…
Vabbe' che il Film non mi ha emozionato per niente ma mi sono chiesto anche leggendo qualche vostra Recensione se questa Pellicola e' basata su una Storia semi-reale o inventata,perche' non l'ho capita questa cosa !!! Oltre la Pandolfi che certamente con la "Band" non c'entra nulla non ho trovato altre connessioni.voto.1.
Non è semplice ricordarsi il perché i Pluto potessero essere considerati i più grandi di tutti. Dieci anni dopo il loro scioglimento, non se lo ricordano nemmeno i quattro musicisti che ne facevano parte e questo la dice già abbastanza lunga sul loro testamento musicale. Come se non bastasse, di quei giovani rockettari incazzati, oggi non si scorge che un’ombra in rovina. L’unico a…
La prima parte, che dovrebbe essere divertente, è un po' moscina e sa un po' di deja vù (la parlata livornese, il protagonista imbranato e sfigato, l'operaio, ecc.). La seconda invece più commovente e nostalgica è meglio riuscita in particolare la scena finale del concerto.
Qui a bottega se un film parla di rock o affini , lo si vede a prescindere. Anche se è firmato da uno che ha sempre un po' l'aria da raccomandato come Carlo Virzì ( fratello di Paolo ) autore di un primo film all'acqua di rose assolutamente dimenticabile e che ora con questa sua opera seconda cerca di alzare un po' il tiro infarcendola di massimi sistemi e minimi comuni denominatori, ma…
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Un decadente racconto sulle meraviglie dei tempi passati, tra i ricordi più grandi di tutti e le disillusioni più vere di tutte, ben narrato dal giovane Virzì
leggi la recensione completa di Guidobaldo Maria Riccardelli