Regia di Alessandro Paris, Sibylle Righetti vedi scheda film
Prima di dire che non siete fan di Vasco, riflettete su quante volte è stato la colonna sonora della vostra vita. E poi guardate Questa storia qua: Lui è un uomo. Non il consumato performer ora facebook addicted, ma uno che scrive per la sua vicina di casa (Albachiara), per la femminista che voleva fargli pagare tutte le colpe degli uomini della Storia (Brava), per l’amico di sempre Massimo Riva e il suo paese amato ostinatamente (Liberi liberi), per sottolineare il suo non conformismo mai schierato se non con il proprio pensiero scomodo (Siamo solo noi, I soliti). Paris e Righetti fanno il colpaccio: non un videoclip gonfiato ma un’indagine su un cittadino al centro di ogni sospetto, sulla rockstar che con la corazza da trasgressore ha difeso la sua sensibilità, le sue fragilità, una poesia malinconica da chansonnier rock più che da ex dj. Scopriamo un altro Vasco e Zocca, dalla sua radio libera ai cortometraggi grotteschi, dagli aneddoti di amici, compagni, sodali all’Anima fragile del papà Carlino. I due cineasti lo lasciano fuori, si tengono la sua voce e il repertorio, non si fanno invadere, colgono il poeta di provincia, il ribelle nostalgico, l’uomo che mezzo ubriaco a Sanremo confessa il lato oscuro del successo e che da sobrio, a un passo dai 60 anni, rimpiange il tempo andato e forse perduto. Perché il presente è solo il palco. Tutto questo - e quelle dannate canzoni - in uno dei più bei documentari musicali degli ultimi anni.
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