Regia di Alessandro Paris, Sibylle Righetti vedi scheda film
In fondo di Vasco conoscevo tutto o quasi, avendo letto più di qualche libro sulla sua vita. Ma questo documentario è senza dubbio la migliore incursione nella sua storia, perché stavolta non si leggono ma si vedono chiaramante le persone e i luoghi che ne hanno fatto parte. Ci sono la mamma Novella e la zia Ivana che raccontano davanti alla macchina da presa le avventure del Vasco bambino, vediamo inoltre in vecchie riprese Giovanna, la ragazza "che si veste svogliatamente e che non mette mai niente per attirare attenzione", della canzone "Albachiara; Paola, la ragazza femminista che lo ha fatto innamorare alla follia e che gli elencava tutti i suoi difetti, fino a lasciarlo con suo enorme dispiacere e a cui dedicherà la canzone "Brava"; poi c'è Massimo Riva, il più caro amico di Vasco, che è ritratto fin da bambino quando riconosceva dalle musiche ogni canzone italiana, fino a diventare parte della sua band, assentandosi per un pò di tempo per poi ritornare e, purtroppo, morire per overdose. Vasco racconta alcune cose di persona con la sua voce narrante, cosa che ci cala nella sua realtà più facilmente rispetto alla lettura. Si evince che ha un amore particolare per Zocca, il suo paese natale da dove voleva sempre fuggire ed in seguito sempre tornare. Lui non era come gli altri che dicevano di essere di Modena per non essere definiti dei "cafoni montanari" ma diceva proprio "Io sono di Zocca". In più ci sono le testimonianze di molti suoi amici. Una in particolare di un suo amico de “I Killers”, la prima band di Vasco, che sottolinea di aver scelto la via più facile, cioè gestendo un negozio di famiglia più che tentare di far strada nella musica . Vasco ha fatto invece l’opposto: è lui stesso che afferma che piuttosto di fare il ragioniere avrebbe preferito morire di fame. Gli anni del successo sono poco trattati (anche perché conoscono più o meno tutti come siano andati) ad eccezione della metà degli anni 90 quando con il trasferimento a Los Angeles c’è il cambio di manager da Elmi a Fini, l’entrata in scena di Stef Burns e il ritorno dell’amico Massimo Riva. Il finale mostra il Vasco di oggi, appesantito un po’ da molti anni di “vita spericolata” che ancora, grazie ai suoi fan, trova la forza di salire su un palco per correre ed urlare a squarciagola le sue canzoni…alla faccia di chi gli vuole male…
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