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Questa storia qua

Regia di Alessandro Paris, Sibylle Righetti vedi scheda film

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GIANNISV66

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La recensione su Questa storia qua

di GIANNISV66
8 stelle

Una piccola premessa di carattere personale: per il sottoscritto Vasco Rossi rappresenta uno dei miti dell'adolescenza. Ricordo ancora la sua irruzione sul palco del Festival di Sanremo edizione 1982 cantando "Vado al massimo". La critica lo massacrò, per me fu un colpo di fulmine. In quel momento in Italia o ti maceravi le orecchie (e qualcosaltro) con i cantautori (bravi eh! Per carità.....ma ogni canzone sembrava uguale alla precedente) oppure te le rovinavi  con tutta quella melassa melodica che imperava (soprattutto a Sanremo). Vasco era tutto quello che speravamo di vedere in un musicista italiano: la forza del rock espressa nella nostra lingua, lo sberleffo, l'ironia, l'anticonformismo (o meglio, come viene detto in uno degli interventi che appaiono nel film, il non-conformismo).
Ho amato Vasco per tutti gli anni '80 fino allo splendido Liberi Liberi, il suo capolavoro, negli anni '90 ho assistito alle sue svolte (commerciali?) che me lo hanno reso sempre più estraneo a partire dallo sconcertante Gli spari sopra. Ma al primo Vasco sono ancora legato come a tutte quelle cose che  hanno accompagnato gli anni della mia formazione.
E così quando ho visto campeggiare sul cartellone del multisala della mia città il manifesto di Questa storia qua mi sono precipitato nella sala cinematografica.
E l'emozione mi ha subito colto: una macchina che percorre una strada di campagna (presumibilmente quella che porta a Zocca) sulle note dolcissime di Anima Fragile, e poi il ricordo della morte del papà. Parte da qui il viaggio che ci porta alle origini del Vasco, un viaggio intenso, commovente, con le testimonianze della mamma (che verve!) degli amici, di quelli che lo hanno conoscuto agli esordi.
Scopriamo il Vasco che non ci aspettavamo, o forse no, invece è proprio il Vasco che abbiamo sempre pensato, genuino, diretto, scomodo, tenero, sbruffone e intenso.
Il Vasco che non vuol fare il lavoratore sotto padrone (anche il papà, ricorda, faceva un lavoro indipendente, era un camionista), che ama la musica molto più della scuola, il Vasco che ricorda il nonno che gli ha insegnato a ballare, che comincia come DJ (anche perché si rimorchiano le ragazze) e poi i suoi primi tentativi nel mondo musicale fino alla svolta in cui svolge un ruolo molto importante l'amico (e pure lui grande musicista) Gaetano Curreri.
E mentre scorrono le immagini ritornano le note di quelle bellissime canzoni che me (ce) lo hanno fatto amare: Brava, Ed il tempo intanto crea eroi, Dormi Dormi, Albachiara (dedicata alla Giovanna che andava a scuola davvero mangiando la mela).
Le note di Ultimo domicilio conosciuto (.....this is my radio....my radio star....) ci ricordano l'episodio del processo subito per Punto Radio - la radio privata da lui fondata insieme agli amici di Zocca - con relativa assoluzione, episodio che segnò un passaggio importante per la storia della comunicazione: in questo paese, le radio cosiddette "libere" diventavano libere davvero.
Tra le varie testimonianze vorrei segnalare quella di un amico di infanzia che racconta con voce rotta dall'emozione le suonate e le serate con il giovane Vasco e, regalandoci un momento davvero molto intenso, dichiara la propia ammirazione per il Vasco che ha saputo percorrere con grande decisione la propria strada, non arrendendosi alla vita come invece hanno fatto tanti e come ha fatto lui che ci racconta questa cosa.
Questa storia qua è un bellissimo documentario con un limite: potrà essere apprezzato in pieno solo dai fan del Vasco e soprattutto da quelli che come me lo erano del Vasco della prima ora. Se lo siete preparatevi perché l'emozione vi travolgerà e non ci potrete fare niente.
Per gli altri potrebbe essere un modo per conoscere meglio le radici di un personaggio che nel bene o nel male rappresenta un pezzo importante della storia della musica italiana.
Molto simbolico il finale: dopo aver ripercorso i primi passi del Vasco fino al successo, le ultime inquadrature ce lo mostrano oggi sul palco di un concerto, con le luci che impietosamento ce lo svelano invecchiato. Sarà stata la suggestione, ma sul viso di Vasco io ho scorto un velo di profonda malinconia. La stessa che prende me quando ascolto Liberi Liberi

Sulla trama

Ci fosse stato
un motivo per stare qui
ti giuro sai
sarei rimasto sì
son convinto che se
fosse stato per me
adesso forse sarei laureato
e magari se "lei"...
fosse stata con me
adesso....
...sarei sposato!
.......................
Liberi liberi siamo noi
però liberi da che cosa
chissà cos'è?.......chissà cos'è!
Finché eravamo giovani
era tutta un'altra cosa
chissà perché?.......chissà perché!
Forse eravamo "stupidi"
però adesso siamo "cosa"...
che cosa....che?.....che cosa...se!..?...
"quella voglia", la voglia di vivere
quella voglia che c'era allora...
chissà dov'è! ........chissà dov'è!?

Sulla colonna sonora

Colonna sonora del Vasco, e quasi tutti pezzi del suo periodo migliore (per me incomparabilmente il migliore). Non bisogna aggiungere altro!

Cosa cambierei

Del film niente, rivorrei il Vasco di venticinque anni fa ma credo non sia possibile (e d'altra parte anche io rivorrei il me stesso di venicinque anni fa...........)

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Ultimi commenti

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  2. musillo
    di musillo

    concordo con maghella, mi hai emozionata :)

  3. Roger Tornhill
    di Roger Tornhill

    Ciao Gianni, mi accodo ai complimenti per la tua sentita opinione. Il film incuriosisce anche me, che benchè non sia forse un fan forte come te (ma quante belle canzoni ha scritto che ci son entrate nel cuore? Tantissime, e questo aldilà dell'esserne più o meno suoi fans credo chiunque glielo riconosca) ne apprezzo il primo periodo. Ora lo trovo anch'io un po' ripetitivo (e chissa' pure lui non si trovi ripetitivo stando al suo attuale desiderio di uscita dalle scene a questi ritmi forsennati con tutte 'ste repliche consecutive col pienone degli stadi, per poter magari tornare a una dimensione musicale più intima?) e francamente ultimamente anche un po' supponente (che sia un grande non c'è dubbio ripeto, ma i grandi che riescono sempre a rimanere umili li apprezzo di più). In ogni caso mi ero fatto l'idea fosse un documentario interessante e proprio perchè non agiografico adatto a tutti e non "solo" agli irriducibili fans. Ora dalle tue parole mi par di capire che forse non è proprio così (ma magari ho frainteso) ma pure fosse non importa. Appena l'avro' visto potremo riparlarne, per ora ciao e a presto!

  4. GIANNISV66
    di GIANNISV66

    Grazie anche a tutti voi. Sì Roger, concordo con te, il Vasco di oggi non mi piace molto (anzi molto poco, cosa che ho già scritto in calce alla playlist che gli ha dedicato @bukowski dettagliandola con le mie considerazioni) e forse neanche lui, come rilevi giustamente tu, si piace ormai più tanto. Ma resta un grande e se c'è un pregio che questo film-documentario (realizzato con grande passione davvero) possiede, è quello di restituirci il miglior Vasco

  5. lostraniero
    di lostraniero

    non so quali cantautori tu abbia mai ascoltato... io amo la musica che ami tu, anche se credo che gente come bubola, i fratelli severini e pochi altri abbiano incarnato molto più del 'fenomeno vasco' il vero spirito e la vera attitudine del 'rock in italiano'... che non credo sia essenzialmente scalare le classifiche e riempire gli stadi... ritengo pure che artisti come de andrè, de gregori, fossati e dalla non abbiano nulla da invidiare in quanto a contaminazione e a sperimentazione musicale a vasco rossi... anzi, da insegnare qualcosina sì... il film è decente ma non mi è sembrato eccezionale...

  6. GIANNISV66
    di GIANNISV66

    Sui miei gusti musicali ti rimando al mio profilo utente (dove ne parlo) e, se ti va di leggerle, ad alcune mie playlist dove parlo della musica che amo. Sul film, come ho scritto, lo si apprezza veramente molto solo se si è stati fan del Vasco dei primi giorni. Grazie per l'intervento

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