Regia di René Clément vedi scheda film
Zavattini ispirò il personaggio grazioso e pensoso di Cecchina (Vera Talchi), da Pierre (Gabin) d'acchito ingelosita, sottraendole attenzioni della madre Marta che Isa Miranda inventa, luce del suo mistero. Sullo sfondo -un tessuto di poesia di sguardi di Clement- la Genova notturna, e ancor lesa, dei primordi del secondo dopoguerra.
Ci sono cifre segrete: come secreti manifesti; e i nostri sguardi le attraversano, nel mondo; per cose e occasioni cambiando nomi: così da rivelarne, volta a volta, d'attenzione o smarrimento -variazioni di una fantasia ritrovata o perduta-, il senso, presente o assente (di un segno già dato, gia eternato).
Au délà des Grilles film ricapitolazione, non certo d'arte registica in tema -di vocazioni, e qui una elezione, all'arte e nell'arte di più intima vita...Su pietra, oltre il porto di una Genova lor nota e straniante ancora sì <attesa> (nei fotogrammi, spazio freddo d'azzurro chiuso ùtimo verno, a specchio, la marina e "raggela di veglia minerale ogni sogno di rinascere erbe"), Isa e Jean: che lei d'abbraccio include, la bocca portagli sul cuore: onde vive ora serene; nude al tempo, si rivogliono ma già di transito a nuovi incontri di destino; ad altre, loro ignote di vita venienti, stagioni.
Massimo Mida, regista obliato forse perché allora sin troppo indaffarato nei ranghi di "consumo" di un clima, di un momento, lo vogliamo ricordare con ciò che scrisse per Isabella Ines Sampietro -quando quest'opera apparve tra noi qual Mura di Malapaga. Anche l'Attrice conservò nel proprio archivio ciò che ora riappare per tutti; e lo diamo con la certezza che non le sia affatto,punto per punto, dispiaciuto.
<< L'interpretazione di Isa Miranda ne Le Mura di Malapaga è la migliore in senso assoluto dell'attrice; è in questo film che Isa Miranda, spogliata da tutti gli attributi che l'impacciavano, superati tutti i lenocinii di mestiere -un mestiere che veniva da fonti illustri, da Hollywood e dal miglior cinema europreo- ha ritrovato la sua natura più autentica e con essa la forza e la convinzione di un personaggio scavato e ricco di umanità [...]. L'alloro di Cannes premia dunque il valore e la costanza di un'attrice che ha saputo via via rinnovarsi, riconoscere errori della sua pur già luminosa carriera. Questa odierna è la "terza" Miranda; ma senza dubbio la nuova trasformazione dell'attrice ha giovato alle sue qualità drammatiche, ha scavato e rotrovato la sua natura, [intima realtà]. Hollywood tirò un segno nero sulla maniera, del resto degnissima della "prima" Miranda. Soldati e Castellani ce la riconsegnarono "seconda"; ma è soltanto Le Mura di Malapaga, un film ambientato a Genova nei quartieri popolari, che ci offre una Isa Miranda alle prese con un personaggio popolaresco e sentito (la Marta de Le Mura di Malapaga è una donna decaduta che un giorno aveva goduto di un certo benessere borghese), che ci ha permesso di scoprire la "terza" Miranda. Quella che da tempo avevamo auspicato, quella più scavata e autentica, nella vera cornice del suo mondo poetico, come la sua giovinezza indicava senza pericolo di ambigui intendimenti>>. (Massimo Mida Puccini).
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